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Famiglie, metà budget per energia e casa: le spese obbligate si mangiano tutto

Emanuele Peconi
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Le famiglie italiane sono sempre più oppresse dalle spese obbligate: nel 2023 costituiscono il 41,5% del consumo pro capite annuo. Questo è il dato allarmante che emerge da un’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2023. Infatti, dopo il livello record del 42,7% toccato l’anno scorso, nel 2023 la quota di spese obbligate sul totale dei consumi delle famiglie rimane elevata (41,5%), con un incremento dell’incidenza di quasi 5 punti dal 1995 ad oggi, e non sembra destinata a tornare sotto il 40%; su un totale di oltre 21mila euro pro capite di consumi all’anno, per le spese obbligate se ne vanno 8.755 euro (circa 100 euro in più rispetto al 2019); tra queste spese, la quota principale è rappresentata dalla voce abitazione (5.062 euro) al cui interno un peso rilevante viene dall’aggregato energia, gas e carburanti con 1.976 euro, valore che, nella media del 2023, raggiunge un’incidenza sul totale consumi del 9,4%; ad amplificare la dimensione delle spese obbligate è la componente prezzi: tra il 1995 e il 2023, infatti, mentre il prezzo medio dei beni commercializzabili è cresciuto di quasi il 53%, il prezzo delle spese obbligate è aumentato del 120% con la componente energia aumentata addirittura di quasi il 175%.

 

 

Questa tendenza determina, e determinerà se non ci sarà un’inversione di tendenza, un abbassamento della qualità della vita e del benessere delle famiglie, sempre meno propense al consumo. I primi effetti sono già chiari secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio. «L’economia italiana è entrata in una fase di rallentamento, con una variazione percentuale del Pil nulla o quasi nel secondo trimestre dell’anno in corso. Una frenata dettata dall’inflazione e dall’aumento delle spese obbligate, quest’ultime cresciute in larga parte perla componente energetica; quindi, spese per impianti di condizionamento e riscaldamento e i relativi mi energetici. Il costo dell’energia è aumentato costantemente ed è evidente dalla quota relativa delle spese per questo comparto rispetto al budget familiare che passa dal 7,2% del 2019 al 10,2% del 2022 per scendere al 9,4% nel 2023.

 

 

Se può essere scontato il balzo del 2022, a causa soprattutto degli eventi bellici in Ucraina, è preoccupante che il livello dell’anno in corso sia comunque al di sopra di quello prima della pandemia. Un segnale che conferma la ancora forte dipendenza energetica del Paese e il mix sbilanciato sull’approvvigionamento di gas. «Il costo dell'energia, nonostante i ribassi e gli interventi del Governo, resta elevato e insieme con le altre spese obbligate incide pesantemente sui bilanci delle famiglie. Il rischio è una riduzione strutturale dei consumi che potrebbe frenare la crescita economica. Per evitarlo, occorre intervenire con più decisione sulla riduzione del cuneo fiscale e della spesa pubblica inefficiente», ha sottolineato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

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