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L'Italia tira il fiato: rallenta l'inflazione, crollo inaspettato in un mese

Gianluca Zapponini
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Chissà cosa penserà Christine Lagarde, semmai dovesse leggere i dati arrivati ieri dall’Italia, con il timbro dell’Istat. Nel giorno in cui Giorgia Meloni ha risposto a muso duro alla Bce rea di continuare a ignorare le conseguenze delle sue scelte sui tassi per l’economia reale, da Via Cesare Balbo è arrivata la conferma che sì, l’inflazione in Italia sta rallentando. E mica una frenata leggera, ma quasi una inchiodata visto che nel giro di un mese il costo della vita ha ripiegato dell’1,2%. A giugno, infatti, l'inflazione ha registrato una variazione nulla su base mensile e un aumento del 6,4% su base annua, dal +7,6% del mese precedente. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, il famigerato carrello della spesa, rallentano quindi in termini tendenziali, da +11,2% a +10,7%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +7,1% a +5,8%). Ce n'è abbastanza per strappare un sorriso a chi non ne può più di uscire dal supermercato o dalla banca col magone.

 

 

Più nel dettaglio, la decelerazione del tasso di inflazione si deve ancora, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +20,3% a +8,4%) e, in misura minore, degli alimentari lavorati (da +13,2% a +11,9%), dei servizi relativi ai trasporti (da +5,6% a +3,8%), degli Altri beni (da +5,0% a +4,8%) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,7% a +6,5%). Le principali categorie produttive non possono che gioire. «Decisamente migliore delle attese, la stima preliminare della variazione dei prezzi al consumo di giugno costituisce un'ottima notizia, a conferma dell'assenza di patologie sistemiche nell'ingranaggio economico di produzione-distribuzione», è il commento di Confcommercio. «In particolar modo l'arretramento della componente di fondo, nella metrica dell'indice armonizzato, al 6,0% tendenziale rispetto al 6,4% di maggio, è un segnale importante che, se confermato in termini di eurozona, potrebbe costituire un ostacolo rilevante al processo di ulteriore inasprimento della politica monetaria».

 

 

C’è però chi ricorda come la vita costi ancora troppo, soprattutto se il metro di misura è la tavola. Secondo Coldiretti, gli italiani hanno speso quasi 4 miliardi in più per mangiare ma a causa del caro prezzi hanno dovuto tagliare le quantità acquistate nei primi sei mesi del 2023. Le famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca D di promozioni per i diversi prodotti.

 

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