Banca di Siena
Montepaschi è ripartito: trimestre chiuso con profitti a quota 236 milioni
La cura da cavallo di un aumento di capitale di 2,5 miliardi di euro a fine 2022 di cui 1,6 miliardi messi dallo Stato, l’uscita di oltre 4mila addetti e il rialzo dei tassi di interesse hanno resuscitato il Monte dei Paschi di Siena. La banca ha infatti chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile di 236 milioni di euro, in forte miglioramento rispetto ai 10 milioni dello stesso periodo del 2022 ma anche in crescita del 51,3% rispetto ai 156 milioni del trimestre precedente. Il dato è superiore al consensus degli analisti, che si attendevano profitti per 122 milioni, e lascia presagire il ritorno al dividendo che beneficerà anzitutto lo stato, azionista di controllo col 64%. «La banca - ha detto agli analisti l’amministratore delegato Luigi Lovaglio - è tornata ed è in ottima forma. Ci piace avere un eccesso di capitale e guardando avanti abbiamo la capacità di generare ulteriore capitale, e quindi questa capacità apre la strada alla distribuzione del dividendo dal 2024, e siamo molto più focalizzati su questo che sul buyback». Il capoazienda ha aggiunto che «l'utile netto conferma la rinnovata capacità della banca di generare redditività sostenibile e ci aspettiamo di replicare la performance del primo trimestre anche nei trimestri successivi». Inoltre, ha sottolineato che «i target del nostro piano sono più che raggiungibili» e che «è arrivato il momento di generare valore per tutti i nostri stakeholder».
In dettaglio nel trimestre il Monte (il cui titolo ieri in borsa è sceso del 2,1%) ha visto i ricavi crescere a 879 milioni, in aumento dell'11,8% non solo rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente ma anche del 4,8% trimestre su trimestre, trainati non solo dal margine di interesse (+1,2%) ma anche dalle commissioni nette (+7,3%). La spinta dei tassi ha permesso al margine di interesse di crescere, anno su anno, del 56,6%, a 505 milioni. I costi sono scesi dell'8,2% trimestre su trimestre e del 13,8% anno su anno, a 465 milioni, grazie ai risparmi sulle spese del personale, scese di circa il 20%, e al continuo focus sull'efficientamento. Per effetto di queste dinamiche il risultato operativo lordo è balzato a 414 milioni, in crescita del 24,7% trimestre su trimestre e del 67,6% anno su anno mentre le rettifiche su crediti sono rimaste stabili a 107 milioni. In flessione l’indice di solidità patrimoniale Cet1 fully loaded, che scende dal 15,6% di dicembre al 14,4%.
Mps che ritrova la salute diventa più appetibile per un’aggregazione futura anche se l’identità dello sposo è ancora tutta da definire. Ma, nel frattempo e in attesa di costruire così il terzo polo bancario italiano, non è escluso che lo stato decida di fare cassa alleggerendo parzialmente la sua quota nel caso in cui l’operazione fosse vantaggiosa ed eventuali investitori, che comprassero quote significative, fossero allineati agli interessi nazionali.