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Banche e Borse a picco, tutti contro Lagarde: leader Ue infuriati con la Bce

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Christine Lagarde finisce sotto accusa da parte di diversi leader presenti al Consiglio europeo. La numero uno della Bce e la sua politica monetaria, fatta di una grande rigidità nell’alzare i tassi di interesse per contrastare l’inflazione, è stata pesantemente critica da Italia, Spagna, Portogallo e Grecia nel giorno nero delle Borse e del crollo dei titoli delle banche europee. “Sono stati sottolineati gli effetti sull'economia dei ripetuti interventi sul costo del denaro. Un’esortazione ‘diplomatica' a correggere la traiettoria dei tassi” la ricostruzione di Repubblica sul momento difficile dell’economia dell’Ue.

 

 

Le difficoltà di Deutsche Bank si sono allargate a macchia d’olio e anche i paesi del nord Europa, Germania compresa, hanno infilzato Lagarde sulla tenuta del sistema bancario, chiedendo garanzie sulla solidità e sui rischi incombenti, cercando di sventare un’altra crisi come quella del 2008. “Lagarde ha confermato che la necessità di puntare verso l'alto il tasso di sconto deriva dal dovere statutario di tenere sotto controllo l'inflazione. L'obiettivo è riportarla al 2%. Ha quindi ribadito che non ci saranno altri aumenti automatici. Che si terrà conto della situazione e soprattutto di quel che accadrà sui mercati. Finché, quindi, si registrerà una tensione, la Bce non agirà con nuove decisioni lungo la linea tracciata. Poi ha voluto rassicurare i governi sulla solidità del sistema bancario ‘Il settore bancario della zona euro è resiliente perché ha posizioni solide in termini di capitale e liquidità’” il resto del riferimento del quotidiano al discorso di Lagarde al Consiglio, in cui ha assicurato che la Bce sarebbe pronta ad iniettare liquidità nella banche in caso di necessità. Da entrambi i fronti in ballo sono tutte mosse volte a rasserenare i mercati.

 

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