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Cosa succede alle auto nel 2035? Sullo stop ai motori termici vince solo la Germania

Filippo Caleri
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Ancora una volta l’Europa si dimostra un club dove ogni Paese membro pensa solo ai suoi interessi. Pur di portare a casa un risultato i governi disfano alleanze costruite su interessi comuni. È il caso dello stop alla produzione di motori termici previsto da Bruxelles nel 2035.

Gli allarmi sui posti di lavoro a rischio nella filiera industriale avevano creato un asse tra Berlino e Roma, a favore di una deroga per i carburanti creati in laboratori, i cosiddetti e-fuel, che avrebbero consentito la sopravvivenza delle macchine tradizionali oltre la data prefissata. Un compromesso che fino a ieri aveva retto. Ma che è svanito nel nulla, almeno a giudicare dalla commedia andata in scena in quel di Bruxelles.

Il primo colpo di sbarramento a eventuali cambi di programma nelle decisioni prese è arrivato dalla presidente del Parlamento Ue, Roberta Metsola che parlando dopo il suo intervento al vertice Ue ha detto: «Non possiamo tornare indietro sugli accordi, perché in ultima analisi si tratta della fiducia tra colegislatori e della credibilità del processo legislativo». «Se dai nostri cittadini ci viene chiesto di legiferare in un’area specifica - ha avvertito la presidente dell’Europarlamento - di prendere decisioni un un’area specifica, dobbiamo essere pronti a farlo. E una volta che lo facciamo dobbiamo mantenere gli impegni».

Non solo. «Quando si arriva al trilogo (tra Commissione, Consiglio e Parlamento), questo è il risultato o il culmine di anni di negoziati - ha sottolineato Metsola - dal momento in cui si inizia a pensare a una proposta della Commissione a quando questa arriva sul tavolo dei colegislatori dopo molti negoziati per trovare una soluzione». Dunque nessun cambiamento sulla linea decisa. Anche se in realtà i paesi Ue in realtà ce n’è sempre qualcuno più uguale degli altrui. In questo caso la Germania che sta finalizzando una deroga agli e-fuels dallo stop ai motori termici. Si tratta di carburanti sintetici elaborati chimicamente che non producono emissioni nemmeno in fase di produzione.

E dunque potrebbero essere ammessi in un’eventuale coesistenza con il solo elettrico previsto dall’orizzonte europeo. Non così invece per la proposta italiana che è centrata sull’uso dei biocarburanti ottenuti dall’utilizzo di materie agricole non destinate all’alimentazione delle persone. Preservando dunque la sostenibilità del sistema agricolo e sostenendoun settore nel quale l’Italia ha un know how considerevole. Una scelta che consentirebbe, sia di valorizzare la filiera ache produce le materie prime, sia di tenere in piedi a lungo termine una parte considerevole degli impianti che producono motori endotermici che potrebbero essere alimentati con carburanti non fossili.

Ebbene mentre per la Germania il via libera alla sua richiesta è quasi scontato, per il nostro Paese non c’è scampo. «La Commissione sta trattando con la Germania, che ha chiesto di precisare meglio il contenuto del considerando sui carburanti sintetici. Altri argomenti, come i biocarburanti, non sono citati dal considerando» ha chiarito il vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Frans Timmermans, chiudendo la porta a ogni trattativa. Meloni e il governo italiano non sono così d’accordo. Senza una deroga per i biocarburanti manterrà il voto contrario allo stop ai motori termici dal 2035. La trattativa non si ferma.

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