terrore sul mercato
Borse, venerdì nero per le banche: Deutsche Bank crolla e terrorizza il mercato
Venerdì nero per il comparto bancario. Non accennano a diminuire le turbolenze sul mercato finanziario innescate dal fallimento della Silicon Valley Bank e di altre due banche regionali statunitensi, e dal salvataggio del Credit Suisse. I titoli degli istituti di credito, a partire dal colosso tedesco Deutsche Bank, sono tornati nel mirino e gli investitori si interrogano sulla tenuta del sistema. A innescare le vendite sul settore una serie di notizie negative. Le azioni di Deutsche Bank sono crollate di oltre il 13% a metà seduta dopo l’impennata dei credit default swap ai massimi di quattro anni, evidenziando le preoccupazioni degli investitori sulla stabilità generale delle banche europee. Il caso dell’istituto tedesco ha messo in allarme i mercati, poiché gli analisti considerano preoccupante il rialzo dei costi sull’assicurazione anti-default. I cds di Deutsche Bank, che hanno la funzione di trasferire il rischio di credito, permettendo di coprirsi dall’eventuale insolvenza di una società, sono saliti oltre i 200 punti base, il massimo dall’inizio del 2019, da 142 punti base solo due giorni fa.
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La banca tedesca ha anche annunciato il rimborso di 1,5 miliardi di dollari di bond subordinati Tier 2 con scadenza 2028. Deutsche Bank aveva già emesso nuove obbligazioni simili a febbraio, destinate a sostituire quelle che ora sta rimborsando. Ad alimentare le preoccupazioni circa la capacità del settore di ripagare il debito subordinato, anche l’annuncio dell’istituto tedesco Deutsche Pfandbriefbank che ha deciso di non richiamare il proprio bond AT1 da 300 milioni di euro. Questo ha minato la fiducia del mercato, svalutatosi fortemente dopo l’azzeramento dei 16 miliardi di AT1 di Credit Suisse, come dimostra anche l’impennata dei cds sulle banche europee.
Infine a creare agitazione la notizia di un’indagine del Dipartimento di Giustizia Usa su alcune banche, tra cui Credit Suisse e la rivale Ubs che l’ha rilevata, per stabilire se i banchieri abbiano aiutato o meno gli oligarchi russi a eludere le sanzioni occidentali. I due istituti svizzeri sarebbero stati inclusi in una recente ondata di citazioni in giudizio inviate dal governo degli Stati Uniti prima della crisi che ha travolto il Credit Suisse e ha portato alla proposta di acquisizione da parte di Ubs. I mandati di comparizione sarebbero arrivati anche ai dipendenti di alcune importanti banche statunitensi. Un vero e proprio venerdì nero.