i conti dell’europa

L’Italia evita la recessione. Le stime dell’Ue alzano il pil del 2023 a +0,8%

Filippo Caleri

Un altro cigno nero, e cioè l’evento imprevedibile che può cambiare il corso degli eventi, per ora non ci sarà. L’economia viaggia insomma verso la normalità. Che significa quindi anche il ritorno alle regole del Patto di Stabilità. «Non mi aspetto altri cigni neri», anche perché «ne abbiamo già avuti abbastanza», pertanto la clausola generale di salvaguardia, che ha sospeso il patto di stabilità nel 2020, «verrà ragionevolmente disattivata a fine anno» ha detto il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, in conferenza stampa a Bruxelles presentando le stime invernali della Commissione Ue. Che confermano buone notizie per il Paese. Il Pil dell’Italia risulta ora in crescita dello 0,8% nel 2023 e dell’1% nel 2024 (le previsioni autunnali indicavano una crescita dello 0,3% nel 2023 e dell’1,1% nel 2024), mentre l’inflazione quest’anno è prevista al 6,1%, per scendere poi al 2,6% nel 2024. Per quanto concerne l’insieme del Vecchio Continente, la crescita prevista dalle previsioni intermedie invernali per il 2023 è dello 0,8% nell’Ue e dello 0,9% nell’area dell’euro, rispettivamente di 0,5 e 0,6 punti percentuali in più rispetto alle previsioni autunnali. Il tasso di crescita per il 2024 rimane invariato, rispettivamente all’1,6% e all’1,5% per l’Ue e l’area dell’euro.

 

  

 

Entro la fine dell’orizzonte di previsione, il volume della produzione dovrebbe superare di quasi l’1 per cento quello previsto nelle previsioni autunnali. Dopo aver raggiunto il picco nel 2022, l’inflazione invece si attenuerà: «Tre mesi consecutivi di moderazione dell’inflazione complessiva - spiega la Commissione - suggeriscono che il picco è ormai alle nostre spalle, come anticipato nelle previsioni autunnali. Dopo aver raggiunto il massimo storico del 10,6% in ottobre, l’inflazione è diminuita, con la stima flash di gennaio scesa all’8,5% nell’area dell’euro. Il calo è stato guidato principalmente dal calo dell’inflazione energetica». La previsione sull’inflazione è stata rivista leggermente al ribasso rispetto all’autunno, riflettendo principalmente l’evoluzione del mercato energetico. Si prevede che l’inflazione complessiva scenderà dal 9,2% nel 2022 al 6,4% nel 2023 e al 2,8% nel 2024 nell’Ue. Nell’area dell’euro, si prevede un rallentamento dall’8,4% nel 2022 al 5,6% nel 2023 e al 2,5% nel 2024. 

 

 

«La buona notizia e che l’economia dell’Ue entra quest’anno in un passo migliore di quanto atteso e sembra avviata a scampare alla recessione» ha detto Gentiloni. «Dall’autunno, abbiamo visto una serie di sviluppi positivi», ha aggiunto. L’economia italiana, dopo una contrazione «marginale» nel quarto trimestre 2022, è prevista «in graduale recupero» nel corso del 2023 e dovrebbe riuscire ad «evitare una recessione tecnica», cioè due trimestri consecutivi con una variazione negativa del Pil ha chiosato Gentiloni.