Tassi e guerra: è fuga dal mutuo
I tassi mordono, la mano della Bce ha cominciato a farsi pesante già a luglio dello scorso anno. E certamente inflazione, guerra e una spolverata di speculazione non hanno giovato. Fatto sta che nel 2022 le richieste di mutui immobiliari in Italia sono calate del 22,7% rispetto all'anno precedente. Significa che le famiglie hanno sospeso temporaneamente la decisione di chiedere soldi a una banca per acquistare una casa.
Troppo costoso, forse anche troppo pericoloso in un momento in cui, nonostante le previsioni al rialzo di Confindustria per il 2023, indebitarsi con un istituto può essere un rischio superiore al beneficio. Il dato è emerso dall'analisi di Eurisc, il sistema di informazioni creditizie gestito da Crif, secondo cui la frenata riflette la componente ormai strutturale della contrazione delle surroghe (il trasferimento di un mutuo presso un altro istituto, -58,2% nei primi nove mesi del 2022) a cui si somma l'aumento dei tassi di interesse che ha fatto lievitare le rate ed erodendo la capacità di spesa delle famiglie. I nuovi mutui erogati segnano una modesta contrazione dell’1,1%.
In rialzo, invece, l’importo medio richiesto, che l’anno scorso ha toccato il massimo degli ultimi dieci anni con un volume di 144.458 euro, in crescita del 3,8% rispetto all'anno precedente. Tradotto, si è meno disposti a fare debiti per comprarsi casa, ma quando lo si fa, l’esposizione non è così banale. Nel dettaglio, oltre all’aumento dei tassi e all'incertezza geopolitica e macroeconomica, «ha sicuramente influito anche il temporaneo venire meno dell’offerta di mutui agevolati con garanzia Consap agli under 36, diventati economicamente non più sostenibili per l'offerta», ha spiegato Simone Capecchi, executive director di Crif, sottolineando che «tuttavia per il 2023 sono stati confermati molti degli incentivi governativi, in particolare quelli rivolti ai giovani, alla ristrutturazione edilizia e al risparmio energetico. Da considerarsi come dei veri e propri antidoti per l’intero comparto».
Non è finita. Nel 2022 quasi l’85% delle richieste di mutuo si è caratterizzato per una durata superiore ai 15 anni. Questa tendenza si è ulteriormente accentuata rispetto al passato, con una dilatazione dei piani di rimborso che ha fatto segnare per la fascia 25-30 anni un incremento di 8,6 punti percentuali rispetto al 2021. Analizzando la distribuzione delle richieste di mutuo in relazione all’età del richiedente, si conferma la fascia under 35 come catalizzatore dei volumi di domanda, con il 35,6% del totale (+5,1%). Tra i driver che hanno inciso positivamente sull’andamento della domanda vanno segnalati gli incentivi per i mutui giovani, di ristrutturazione e, soprattutto, i mutui green per l’efficientamento energetico dell’abitazione.