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Rialzo dei tassi contro l'inflazione, Lagarde commissaria i governi europei

Tommaso Carta
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Fari puntati sull’inflazione a Davos, nell’ultimo giorni di lavori del Forum mondiale dell’economia. Parterre de roi, con i numeri uno di Bce e Fmi, Christine Lagarde e Krstalina Gerogieva, al panel dal quale il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire, ha caldeggiato una risposta da parte della Ue al piano degli Usa, all’Inflation reduction act di Biden, che concede sussidi green record. Il tema è oggetto di discussione nelle cancellerie europee, fra coloro per cui basta adattare le regole degli aiuti di Stato, chi pensa che sia sufficiente il Recovery fund, e chi, come anche l’Italia, ha pensato anche a un Fondo sovrano che permetta di dare una risposta unitaria a fronte delle diverse capacità di spesa legate ai bilanci nazionali. La Francia ha pensato a interventi sull’industria verde, per impedire che le imprese vengano attirate oltreoceano da miliardi di sussidi previsti dalla legge statunitense sul clima. Per Le Maire «dobbiamo focalizzarci su settori specifici, investire su solare e semiconduttori e sulle rinnovabili, con una visione che porti a una maggiore indipendenza. Coniugare crescita e clima». E poi la geopolitica: «Credo fermamente che nel gioco mondiale la Cina debba essere dentro, non fuori», ha detto Le Maire a Bloomberg, e l’Europa «non deve rimanere invischiata in una situazione di stallo tra Cina e Stati Uniti». Sempre a Davos, Lagarde, è tornata con il «mantra» del’inflazione che resterà alta anche a causa della fine dei lockdown della Cina e delle misure zero-Covid.

 

 

 

Dal canto suo Georgieva, ha parlato di prospettive economiche meno negative di qualche settimana fa ma- è il suo forte invito- serve ancora «prudenza». La presidente dell’Eurotower Lagarde, sempre a Davos giovedì aveva usato toni da «falco» che avevano impattato sui mercati finanziari. Contro l’inflazione - ha ripetuto ieri - «faremo ciò che è necessario» e la Bce «manterrà la rotta» della politica monetaria. E ha voluto sottolineare che «l’economia mondiale beneficerà della crescita della Cina, ma la domanda aggiuntiva di energia porterà pressioni inflazionistiche per tutti». E cita stime e dati: «la Cina è cresciuta del 3%, ora la previsione è del +4,4%». Per Lagarde se la politica monetaria dell’Istituto di Francoforte è tutta protesa a contrastare l’inflazione, alzando il costo del denaro, quella fiscale dei governi nazionali europei non deve remare contro. «La Bce farà il necessario e spero che la politica fiscale non ci spinga a dover fare ancora di più», ha detto. Parola d’ordine cautela anche da Georgieva (Fmi), perché le prospettive che migliorano e che sono meno nere non devono portare a un «eccesso di ottimismo». Parole che fanno eco a a quelle della numero uno dell’Eurotower. Il must è scegliere la via del realismo. E pragmatismo: «Siate pragmatici - è l’indicazione - collaborate».

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