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Carburanti, sciopero confermato il 25 e 26 gennaio. Chiusi anche i self service

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Nessun passo avanti tra gestori degli impianti dei carburanti e governo. Ed è così che i benzinai hanno confermato lo sciopero: i distributori resteranno chiusi il 25 e il 26 gennaio. E, lo stop riguarderà anche il self service.

Non si è quindi riusciti a trovare un punto di mediazione al tavolo di confronto sul decreto Trasparenza al ministero delle Imprese e del made in Italy. La questione dei prezzi resta l'elemento dirimente. E intanto per aiutare i cittadini arriva un'App gratuita del ministero sui prezzi di benzina e diesel: sarà possibile conoscere il prezzo medio regionale e grazie alla geolocalizzazione anche il prezzo praticato da ciascun distributore nelle vicinanze.

Eppure ci sono state aperture da parte del governo sulle modifiche al provvedimento - che è incardinato in Parlamento, e che quindi dovrà compiere l'iter di conversione in legge - in particolare sulla riduzione delle sanzioni "per omessa comunicazione dei prezzi dei carburanti" - spiega il ministro delle Imprese Adolfo Urso - si va da un minimo di 200 a un massimo di 800 euro a seconda del fatturato dell'impianto (mentre prima raggiungevano i 6mila euro); i giorni di chiusura degli impianti potranno essere da 1 a 30 (prima erano da 7 a 90).

Resta però divisivo il tema dell'obbligo dell'esposizione del prezzo medio regionale (che diventa settimanale anziché giornaliero). Tanto che le tre organizzazioni dei benzinai (Faib Confesercenti, Fegica, Figisc-Anisa) hanno ribadito la volontà di scioperare per 48 ore (pur facendo presente che saranno garantiti i servizi minimi essenziali).

Lo stop - che include anche il self service - inizierà su strade e autostrade alle 19 della sera del 24 gennaio e si concluderà alle 19 del 26 gennaio. Secondo i gestori "non sono arrivati nuovi elementi migliorativi che facessero indurre a ritirare lo sciopero: nessun passo in avanti, anzi la categoria è stata trattata, con la questione dei cartelloni dei prezzi, come si fosse nel medioevo". La Faib parla anche di "marcia indietro sulle promesse avanzate" da parte del ministero, ed è per questo che chiedono di "incontrare la premier Meloni". Voce fuori dal coro, quella dell'Angac (Associazione nazionale gestori autonomi carburanti) che invece sospende le proteste in attesa delle modifiche al decreto e rilancia la proposta di pubblicare anche il prezzo di cessione, ovvero esporre anche il prezzo d'acquisto da parte dei gestori.

Il ministro Urso ha anche fatto presente che il tavolo carburanti diventa "permanente fino al riordino del settore anche in vista della transizione green". Con le modifiche - conclude Urso - "si afferma il principio della massima trasparenza, si mettono i consumatori in condizione di conoscere il prezzo medio e anche quello praticato da ciascun distributore. Si facilità così l'attività dei gestori".

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