le nuove norme

Appalti, spinta al lavoro con il nuovo codice

Mario Benedetto

Il codice degli appalti approvato di recente dal Consiglio dei Ministri ha rispettato l'obiettivo di «semplificare, velocizzare, sburocratizzare, con grande attenzione per i Comuni, soprattutto quelli più piccoli». Queste le parole di Matteo Salvini, Ministro delle infrastrutture, cui fanno eco anche quelle dei principali sindacati e associazioni.

  

«L'approvazione del testo è una buona notizia: nel complesso l'impostazione del nuovo codice valorizza l'interesse primario alla realizzazione dell'opera in tempi congrui». Tra i primi commenti ci sono queste parole di Enzo Pelle, segretario generale di Filca-cisl nazionale. Il riferimento al sostegno delle piccole e medie stazioni appaltanti riguarda la soglia dell'affidamento di lavori, innalzata su indicazione del Consiglio di Stato: con la nuova norma, secondo le previsioni, più dell'80 per cento degli appalti in essere avrebbe potuto essere più veloce. Più lavoro per le aziende, in tempi più brevi anche per la realizzazione delle opere, a tutto vantaggio di tutti i cittadini. Importante il coinvolgimento delle Regioni, nella programmazione per le opere strategiche: quelle con indici di concreta sostenibilità finanziaria saranno inserite direttamente nel Documento di economia e finanza. È prevista infine una ulteriore liberalizzazione dell'appalto integrato: in questo modo i Comuni piccoli e medi potranno avvalersi di uno strumento che consente la redazione dei progetti da parte dell'impresa, unica eccezione i lavori di manutenzione ordinaria. «Dal punto di vista tecnico una delle novità più significative è la presenza di 35 allegati» prosegue Pelle «esse rendono il Codice direttamente attuativo. È un provvedimento importante perché riguarda gli investimenti e la qualità degli stessi, fondamentali per il futuro del Paese. Per troppo tempo si è dovuto ricorrere a leggi in deroga al Codice per realizzare le opere pubbliche.

 

Il nuovo codice ha i presupposti per poter svolgere concretamente il compito che gli è affidato. L'impianto normativo in molte sue disposizioni è apprezzabile e condivisibile: penso ai chiarimenti in merito all'intervento sostitutivo delle Stazioni Appaltanti nei casi di inadempienza contributiva e retributiva delle imprese affidatarie (art. 11), allo scorporo dei costi della manodopera e della sicurezza dal ribasso (art. 41)». Le organizzazioni sindacali sono tra i principali attori coinvolti: l'applicazione dei contratti sottoscritti dalle organizzazioni più rappresentative è una delle più importanti novità. Essa garantisce la sussistenza delle stesse condizioni dell'appalto principale e la conferma della centralità dell'azione del sistema bilaterale edile nella certificazione contributiva, Durc, nonchè nel calcolo della congruità della manodopera nell'esecuzione di un attività. Per il lavoro, dunque, buone notizie. «In materia di subappalto e subaffidamento è positivo che il Codice affidi una valutazione alle stazioni appaltanti, quello che merita un'attenzione ulteriore è l'allineamento del codice con la normativa europea» conclude Pelle. Che lancia un'ulteriore proposta: «per le clausole sulla revisione dei prezzi, fondamentali per non bloccare il tessuto produttivo, abbiamo una proposta 'digitale': sistemi per aggiornamenti periodici dei prezzi, attraverso una sorta di paniere di beni fondamentali».