Coldiretti/Ixè: per un italiano su tre la tredicesima se ne va in tasse e bollette
Bollette alte e tasse "bruciano" le tredicesime. Se non varrà per tutti, è ciò che accadrà in questi giorni ad almeno un italiano su tre. Per la precisione, il 36% di chi riceve la tredicesima quest’anno deve destinarla per la maggior parte al pagamento di bollette, mutui, rate e tasse come l’Imu in scadenza. È quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixè dalla quale si evidenzia però che una percentuale quasi analoga (35%) la userà per le spese di Natale.
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L’appuntamento con la tredicesima in arrivo a partire dal 15 dicembre per un importo stimato in circa 47 miliardi di euro aiuta i 34 milioni di italiani ad affrontare i forti rincari determinati dai costi energetici ma coincide anche con il saldo dell’Imu che rappresenta una componente importante del peso fiscale di fine anno. Da segnalare peraltro, continua la Coldiretti, che quest’anno appena il 25% può destinarla al risparmio di fronte alle incertezze sul futuro mentre il restante 4% ha altri programmi. Complessivamente la spesa degli italiani per i regali di Natale sarà quest’anno di 177 euro a testa, in calo del 7% rispetto allo scorso anno, a causa principalmente della crisi economica, con l’aumento dell’inflazione e i rincari in bolletta.
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Gli italiani per una maggioranza del 42% conterranno il budget sotto la soglia dei 100 euro, mentre il 30% arriverà fino a 200 euro e un altro 15% si spingerà a 300 euro. Ma c’è anche un 8% che spenderà tra 300 e 500 euro, un 2% che arriverà a 1000 e una ristrettissima minoranza dell’1% che supererà i 2000 euro. Gli altri non hanno ancora deciso quanto spendere. Tra i regali più gettonati, libri, vestiti e scarpe, soldi, prodotti di bellezza e soprattutto l’enogastronomia anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione. Da segnalare - conclude la Coldiretti - la preferenza accordata all’acquisto di prodotti Made in Italy anche per aiutare l’economia nazionale e garantire maggiori opportunità di lavoro.
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