la decisione

La Fed alza i tassi di interesse, cosa accade. Powell: "Politica restrittiva"

Come preannunciato da Jerome Powell e come ampiamente previsto dagli analisti, a dicembre la Federal Reserve rallenta il passo con un ultimo rialzo dei tassi per il 2022 da 50 punti base.

Al termine della due giorni della Federal Open Market Committee, i Fed Funds passano così alla fascia obiettivo del 4,25%-4,5% rispetto al precedente 3,75%-4%. Nel Summary of Economic Projections, che riassume le proiezioni dell'andamento dell'economia statunitense elaborate dai presidenti dei vari distretti della Fed, la previsione mediana dei tassi per il 2023 passa dal 4,6% al 5,1% di dicembre, mentre per il 2024% aumenta al 4,1% a dicembre dal 3,9% di settembre. La Fed vede una crescita modesta della spesa e della produzione negli ultimi mesi, con una crescita dei posti di lavoro "robusta" e un tasso di disoccupazione "rimasto basso".

  

Rimane invece elevata l'inflazione, "a causa degli squilibri della domanda e dell'offerta legati alla pandemia, all'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell'energia e a pressioni più ampie sui prezzi". In conferenza stampa, Powell ha ribadito che alla Fed "siamo fortemente impegnati a riportare l'inflazione verso l'obiettivo del 2%", anche se "abbiamo altro lavoro da fare".

Secondo Powell la Fed non è "ancora arrivata a una posizione di policy sufficientemente restrittiva, ed è per questo che diciamo che ci aspetteremo che i continui rialzi saranno appropriati". "Non è tanto importante la velocità con cui ci muoviamo, quanto pensare a quale sarà il livello finale" dei tassi, ha poi sottolineato. "A un certo punto la domanda diventerà 'per quanto tempo resteremo restrittivi?'", aggiunge Powell, spiegando che ora "la domanda più importante non è più la velocità", e vale anche "per febbraio", quando la Fed deciderà come muoversi sui tassi "in base ai dati in arrivo e alla posizione dell'economia".

Dalle previsioni emerge inoltre che il Pil degli Stati Uniti dovrebbe crescere dello 0,5% nel 2023, una previsione notevolmente al ribasso rispetto a quanto la Federal Reserve stimava a settembre (+1,2%). Nel 2023 il Pil dovrebbe vedere un incremento dell'1,6%, solo lo 0,1% in meno rispetto alla precedente previsione. Sul fronte dell'inflazione, l'indicatore Pce (Personal consumption expenditures) passa al 5,6% nel 2023 dopo la previsione del 5,4% di settembre. Il dato del 2023 aumenta al 3,1% dal 2,8% previsto a settembre, mentre rallenterà al 2,5% nel 2024, pur dello 0,2% più in alto di quanto previsto tre mesi fa.