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Come andare in pensione nel 2023: ecco quanti contributi servono
Nel governo qualche tensione si registra sul fronte interno alla maggioranza, con Forza Italia che continua a chiedere l'innalzamento delle pensioni minime a 600 euro, escluso però dalla Lega, Ma gli azzurri non intendono mollare, anzi il partito del Cav "intende continuare a battersi", annuncia il capogruppo in commissione Bilancio Roberto Pella assicurando che "non molleremo" affinché "l'aumento possa attestarsi, per ora, sulla soglia dei 600 euro per arrivare poi, entro la legislatura, a 1.000 euro".
Ma gli azzurri aprono anche un altro fronte, quello del Superbonus: "Non si cambiano le carte in tavola mentre si sta giocando" e quindi "non chiediamo chissà quale proroga ma solo quella del 31 dicembre", affrontando un "altro tema essenziale: lo sblocco dei crediti", dichiara il capogruppo alla Camera Alessandro Cattaneo. Anche "Noi moderati lavorerà in Parlamento per aumentare il sostegno alle famiglie, in un momento come questo: dall'aumento del congedo parentale - altri due mesi al 67% dello stipendio - all'aumento dell'assegno unico per i figli, per le famiglie numerose, all'aumento delle detrazioni per le spese scolastiche che le famiglie sosteranno, da 800 a 1500 euro", anticipa il capo politico Maurizio Lupi.
Intanto i lavoratori in dirittura di arrivo si chiedono chi potrà andare in pensione nel 2023. "Dimmi di che anno sei e ti dirò quando e come potrai andare in pensione nel 2023" scrive il Quotidiano Nazionale che pubblica la guida per anno di nascita, esclusi gli aggiustamenti in corso d’opera per "Opzione donna", in relazione all’età di nascita come base, ma anche in rapporto ai contributi maturati.
Il 2023 - scrive Qn - sarà l’anno dei pensionati nati nel 1956, che raggiungeranno i 67 anni nel corso dei prossimi dodici mesi e che potranno lasciare il lavoro con la pensione di vecchiaia: sufficienti 20 anni di contributi. Potranno andare in pensione anticipata grazie ancora alla riforma Fornero i nati nel 1962-1963 se uomini o le nate nel 1963-1964, se donne, se hanno cominciato a lavorare a 18 anni o prima: il pensionamento di questo genere si ottiene, infatti, a prescindere dall’età, con 41 o 42 anni e dieci mesi di contributi. "I nati tra il 1960 e il 1967 hanno a disposizione anche altri canali più flessibili e agevoli" si legge nell'articolo. "I nati nel 1960, per esempio, arrivano a 63 anni, che è la soglia di accesso all’Ape social, che è stata prorogata per un altro anno".
I nati nel 1961, invece, raggiungono il requisito dell’età dei 62 anni (con 41 di contributi) per Quota 103, che scatterà proprio dal primo gennaio 2023. E nel 2023 i nati nel 1961-1962 - che hanno svolto attività usuranti o lavoro notturno - potranno andare in pensione in anticipo, a 61 anni e sette mesi di età.