anti-inflazione

Bce alza i tassi al 2%, salasso per chi ha mutui: rate dei prestiti più care

Filippo Caleri

Nessuna sorpresa ma conseguenze amare. La Banca Centrale Europea ha alzato per la terza volta consecutiva i tassi di interesse dello 0,75%. Il costo del denaro nell'Eurozona è salito ora al 2%, il livello più elevato da gennaio 2009. Una mossa che non ha sorpreso gli economisti alla luce di un'inflazione a un soffio dal 10% (al 9,9% a settembre). Ma che ha un effetto non gradito sul mercato dei mutui e dei prestiti. I costi dei finanziamenti saranno più alti per aziende e imprese. Le rate dei mutui variabili saliranno, non sarà così per quelle dei fidi ipotecari a tasso fisso, ma quelli accesi da oggi saranno sicuramente più elevati. E le cattive notizie per i consumatori non sono finite.

 

  

 

Bce ha anticipato che il costo del denaro sarà rialzato nei prossimi meeting e, questa volta a sorpresa, la presidente Christine Lagarde, non accenna ad alcun Quantitative tightening (Qt), ovvero la riduzione del portafoglio di bond del programma App (Asset Purchase Programme). È proprio il fatto che non sia stato apportato nessun cambiamento ai programmi di acquisto di asset piace ai mercati che dopo un'apertura negativa hanno virato in rialzo mentre i rendimenti dei Btp sono scesi sotto al 4%, minimo da circa cinque settimane, e lo spread sul Bund al livello più basso da metà agosto a 205 punti. L'Eurotower insomma continuerà a reinvestire il capitale rimborsato del programma.

 

 

Stesso discorso per il Pepp, il programma pandemico. Una decisione sarà presa nel Direttivo del 15 dicembre, ha spiegato la presidente Christine Lagarde. Quello odierno è il terzo rialzo consecutivo dopo quello di luglio (50 pb) e settembre (75 pb). I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 2,00%, al 2,25% e all'1,50%, con effetto dal 2 novembre 2022.