Il prezzo del gas vola alle stelle dopo lo stop della Russia: timori per l'inverno al gelo
La Russia taglia le forniture a Germania e Italia e il prezzo del gas vola alle stelle. Amsterdam - listino di riferimento per l’Europa - registra un rialzo del 18% a 142 euro Mwh. Negli ultimi tre giorni è cresciuto di quasi il 70%. Ad alimentare il rialzo contribuiscono anche le voci della possibile chiusura del Nord Stream 1, che rappresenta la via principale attraverso cui il metano russo arriva in Europa. Nonostante il taglio delle forniture, l’amministratore delegato dell’Eni Descalzi, assicura che non ci saranno problemi di approvvigionamento per l’Italia. Al momento «non si riscontrano criticità». Questi stop, annunciati come temporanei, potrebbero avere conseguenze per il prossimo inverno. Ma dalla Commissione Ue arrivano rassicurazioni: «Al momento - dicono a Bruxelles - non ci sono indicazioni che fanno pensare a rischi sulle forniture energetiche». La stagione aiuta perché l’estate si avvicina e i consumi cadono.
Corruzione, fondi neri e i legami con Putin: l'inchiesta sull'ad di Gazprom e la pioggia di soldi
l portavoce della Commissione spiega che gli stoccaggi attualmente sono compresi al 52-53%. Un livello superiore a quello dello scorso anno anche se ancora lontani dal traguardo del 90%. Per l’inverno i preparativi sono in corso e si sta lavorando anche alla diversificazione delle fonti. Soprattutto ora che è stata annunciata la riduzione per Germania e Italia. Per quanto riguarda i prezzi, il Centro Studi di Assolombarda certifica che i prodotti energetici sono tra le materie prime sono al top dei rialzi. Un andamento simile ha caratterizzato l’energia elettrica, con il prezzo unico nazionale (Pun) che, pur avendo assorbito i picchi estremi osservati nei mesi scorsi, oscilla ora intorno a livelli quasi cinque volte quelli del pre pandemia (210,1 euro). Tra gli energetici, infine, si distingue il petrolio Brent, il cui prezzo si caratterizza per una crescita continua e in accelerazione: il barile ha superato nei giorni scorsi quota 120 dollari, portandosi su livelli doppi rispetto a gennaio 2020.
È guerra del gas, Gazprom taglia ancora le forniture all'Italia. La giustificazione non regge
I prezzi delle materie prime della filiera agroalimentare - evidenzia l’analisi di Assolombarda - sembrano essersi stabilizzati. Tra i metalli ferrosi, l’acciaio registra nelle ultime settimane un calo marcato, pari al -34% rispetto al picco. Sul fronte dei metalli non ferrosi, il nichel ha parzialmente riassorbito lo shock che aveva determinato la sospensione delle contrattazioni sul London Metal Exchange (-36% dal picco). L’Italia soddisfa per il 40% il suo fabbisogno di gas attraverso l’importazione dalla Russia, per un totale di 29 miliardi di metri cubi. Un dato alto, per quanto meno significativo di quello tedesco (Berlino dipende per il 51% e per 43 miliardi da Mosca). Inoltre l’Italia si è mossa già da mesi per cercare nuovi fornitori, tanto da stringere diversi accordi come quelli con Algeria e Azerbaigian. Roma punta molto anche sui rigassificatori e, come tutta l’Ue, non può che accogliere positivamente anche l’accordo delle ultime ore tra Egitto e Israele sulla condivisione del gas naturale con l’Europa. Ma questo non basta per scongiurare tutti i pericoli, soprattutto in vista dell’inverno del 2023. Fallire gli obiettivi di stoccaggio potrebbe comportare gravi rischi per famiglie e imprese. Tanto che il governo ha già pensato al piano di razionamento d’emergenza. Vorrebbe dire, concretamente, una riduzione forzata dei consumi per le imprese e per le famiglie. Anche perché tra le conseguenze indirette della mancanza del gas ci sarebbe un possibile ulteriore aumento dei prezzi delle bollette.
Cosa succede quando aumenta l'inflazione: Crosetto avvisa gli italiani, se i costi esplodono...