crisi nel portafoglio

La mancetta del governo: pochi spiccioli per le bollette e mini ribasso delle accise sulla benzina

Filippo Caleri

Non c'è un euro. Niente di più per tagliare le bollette e i prezzi del carburante. Inutile pensare all'extra deficit. Draghi è stato categorico: «Non ci sarà uno scostamento di bilancio. Vediamo un'Italia che continua a crescere ma c'è un rallentamento. Oggi nessuno in Europa vede la recessione, ma un rallentamento c'è e credo che i provvedimenti che adotteremo domani (oggi ndr) in Consiglio dei ministri siano sufficienti». Tradotto: accontentatevi degli spiccioli che il ministro Daniele Franco ha raschiato nel barile della finanza pubblica. Di fare altro deficit se ne parlerà, forse, più avanti. Un ulteriore provvedimento di sostegno alle famiglie e al tessuto produttivo potrebbe arrivare, infatti, dopo l'approvazione del Documento di economia e finanza: «Anticiperemo il Def prima della fine del mese e lì sarà l'occasione per analizzare la situazione economica», ha annunciato il premier. Così le speranze di tagli cospicui all'Iva e alle accise che gravano sulla benzina, quelle maledette imposte che rendono il conto al distributore uno dei più alti del mondo occidentale, saranno solo limate. Restano solo gli annunci, un mini taglio di 15 centesimi per litro e tante speranze da parte dei ministri.

 

  

 

Come quella di Orlando, responsabile del dicastero del Lavoro: «Noi abbiamo già previsto delle misure per abbassare il costo dell'energia prima della guerra, abbiamo previsto misure per attenuare l'impatto che l'aumento del costo energia aveva e ha avuto sulle famiglie più povere. Stiamo ragionando su come intervenire ulteriormente e sarà in queste ore la definizione di ulteriori provvedimenti che vadano in questa direzione». Una piccola mano è stata prevista per gli agricoltori. «Il decreto legge per gli aiuti contro il caro energia e la crisi ucraina, all'esame del Consiglio dei Ministri di domani, conterrà anche una moratoria dei prestiti per gli agricoltori» ha affermato il ministro per le Politiche agricole, Stefano Patuanelli, a Tg2 Post. Null'altro. Un po' pochino in effetti rispetto ai proclami e alle promesse. La chiava del cassetto con le risorse è ancora saldamente nelle mani di Bruxelles. Anche Draghi si è arreso.