Rincaro bollette, i motivi della maxi-stangata sulle tasche degli italiani: prezzi record
Ha cadenza ormai quotidiana l'allarme sui rincari delle materie prime e dei prezzi. Un report di Assoutenti, che ha rielaborato i dati Istat relativi all'inflazione di gennaio, evidenzia una potenziale "maxi-stangata da 38,5 miliardi di euro sulle tasche delle famiglie". Coldiretti inoltre ha rilevato un balzo delle quotazioni internazionali di grano e mais (+4,5% e +5%) nell'ultima settimana, sulla scia della possibile invasione russa dell'Ucraina.
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"Dagli alimentari ai fiori, passando per mobili, apparecchi per la casa, trasporti, ristoranti, viaggi e strutture ricettive, sono numerosissimi i comparti che nell'ultimo periodo hanno visto salire vertiginosamente i listini al pubblico", spiega il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi. La ragione è da identificare negli "aumenti delle bollette di luce e gas scattati a gennaio", che hanno comportato "un aumento dei costi in capo a imprese, attività ed esercizi commerciali". Il risultato è che tali "vengono scaricati sui consumatori finali attraverso i prezzi al dettaglio", spiega Truzzi.
Tra i prodotti alimentari di largo consumo, Assoutenti riporta l'esempio del pane, che ha subito a gennaio un incremento del +3,9% rispetto allo scorso anno. Aumento "che per la famiglia 'tipo' equivale ad un maggior esborso da +35,8 euro annui. Il prezzo della pasta sale in media del +10%, mentre per i frutti di mare occorre spendere l'8,4% in più rispetto a gennaio 2021. La verdura costa addirittura il +13,5% in più, quasi 60 euro in più a famiglia, ma ad aumentare sono anche i prezzi di acqua minerale (+3%), gelati (+4%) e succhi di frutta (+4,8%)", analizza l'associazione. "Con l'attuale livello dei prezzi ogni singola famiglia, a parità di consumi annui, deve mettere in conto una maggiore spesa di circa 1.480 euro", spiega Truzzi.
Rincari destinati ad acuirsi, se le prossime chiusure settimanali del mercato future della borsa merci di Chicago, che rappresenta il punto di riferimento mondiale delle materie prime agricole, dovessero continuare a superare i valori attuali, che già si collocano su valori massimi del decennio. "A preoccupare - secondo Coldiretti - è il fatto che il conflitto possa danneggiare le infrastrutture e bloccare le spedizioni dai porti del Mar Nero con un crollo delle disponibilità sui mercati mondiali ed il rischio concreto di carestie e tensioni sociali".
Come spiega Coldiretti, "oltre ad avere una riserva energetica per il gas ha un ruolo importante anche sul fronte agricolo con la produzione di circa 36 milioni di tonnellate di mais per l'alimentazione animale (5° posto nel mondo) e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane (7° posto al mondo)". Peraltro l'Ucraina, tradizionalmente nota come 'granaio d'Europa', "si colloca al terzo posto come esportatore di grano a livello mondiale mentre la Russia, al primo ed insieme garantiscono circa 1/3 del commercio mondiale", sottolinea Coldiretti.
L'Italia risente direttamente della situazione, dato che "importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti". Nel 2021 sono stati importati oltre 120 milioni di chili di grano dall'Ucraina, e quasi 100 milioni di chili dalla Russia, che ha "già annunciato di limitare dal 15 febbraio al 30 giugno prossimo le proprie esportazioni di grano", come spiega l'associazione dei coltivatori.