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I rincari si abbattono sul latte: un litro costerà 14 centesimi in più. Aumenti pure sul vino

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L'esplosione dei prezzi dei combustibili e delle materie prime minaccia anche il settore lattiero caseario italiano. Un grido di aiuto che si leva dall'intera filiera agroalimentare, colpita da un'emergenza che sta facendo sentire tutta la sua gravità anche in Veneto, in cui la situazione è particolarmente difficile per le produzioni di qualità, ovvero quei prodotti tipici che da secoli arrivano sulle tavole dei consumatori. Emblematico il caso di Latteria Soligo che, da circa 140 anni, opera grazie al lavoro dei soci produttori di latte: le materie prime per l'alimentazione animale (mais e soia) sono aumentate del 50%, il prezzo del gas naturale è salito addirittura del 500% (un caseificio della latteria sociale da un costo di 25mila al mese è arrivato a 125mila) e l'energia elettrica è più che raddoppiata (la bolletta elettrica di Latteria Soligo è passata dai 36mila di gennaio 2021 agli 80mila di gennaio 2022). Quindi tra i maggiori costi in stalla ed in caseificio una filiera di prodotto, come la Latteria Soligo, deve affrontare il mercato con una maggiorazione costo di quasi 14 centesimi per litro di latte lavorato.

 

 

Il 2022 si è aperto con un rincaro medio a carico delle aziende del 10% a bottiglia di vino a causa di una «tempesta energetica» che peserà per 1,3 miliardi di euro di costi aggiuntivi, tra aumenti monstre di bollette, materie prime e trasporti. Un disastro competitivo per un settore campione del made in Italy sia in ottica export che di consumi interni, costretto a modificare i listini per non lavorare in perdita. È l'allarme lanciato da Unione italiana vini (Uiv). In primo piano, il surplus complessivo della «nuova» bolletta elettrica - stimata in quasi 350 milioni di euro in più rispetto a 2 anni fa - da aggiungere al complesso dei rincari di trasporti, carta, vetro, legno e altro, misurati in circa 1 miliardo di euro. Per l'associazione si temono forti ripercussioni nel commercio con l'estero. L'Italia, infatti, è il Paese più esposto al rincaro di gas naturale ed energia rispetto ai concorrenti francesi e spagnoli che possono contare su mix energetici differenti e policy di contrasto più efficaci. Il ritocco dei listini sulle nuove etichette è tanto inevitabile quanto pericoloso, visto che gli stessi consumatori subiranno aumenti di 630 euro a famiglia solo per luce e gas.

 

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