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Sconto di 10 miliardi in bolletta

Filippo Caleri
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L’impegno del governo per sgonfiare il caro energia sale si avvicina a 10 miliardi di euro. Serviranno a finanziare le misure inserite nel decreto ad hoc che arriverà sul tavolo del consiglio dei ministri giovedì. Insieme ai soldi dovrebbe arrivare anche un intervento strutturale sulle fonti di energia con il raddoppio della produzione di metano sul territorio nazionale. Aprendo di fatto una via libera a maggiori trivellazioni sul suolo. Un testo che sarà preceduto da un tavolo sul caro-energia convocato oggi dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti.

Nel provvedimento finale non è ancora chiaro se ci sarà il punto più volte sollecitato da Draghi e Giorgetti della tassazione degli extraprofitti delle aziende che producono energia. Una misura sul quale si sta consumando l’impasse che rallenta l’iter del testo del dl bollette. A frenare sarebbe il Mite non convinto della misura. Sul quale non si registrano incertezze del leader della Lega Matteo Salvini che ha ribadito: «Si parla di tassare gli extraprofitti. Siamo liberali e non si cambiano le norme a partita in corso, quindi non imporrei una norma perché le patrimoniali non mi piacciono, ma chiamare attorno a un tavolo i soggetti che rivendono l’energia a prezzi alti per un contributo volontario, spontaneo, gaudente e congruo lo farei domani mattina, magari per un contributo in cambio di un allungamento delle concessioni». L’emergenza non si spegne perché è sempre in fiamme il prezzo del petrolio, ai massimi dal 2014. A scaldare nuovamente i prezzi dell’oro nero le tensioni in Medioriente dopo un attacco tramite droni nella periferia di Abu Dhabi (Emirati Arabi) che ha comportato la morte di tre persone. La nazione è il terzo più grande produttore dell’Opec. L’attentato è stato rivendicato dai combattenti yemeniti Houthi. Inoltre, gli investitori guardano alla Russia che conferma le difficoltà nel rispettare il ritmo di aumento della produzione programmato. Il futures sul Brent si è spinto oltre gli 88 dollari al barile, sui massimi dall’ottobre 2014, con un rialzo giornaliero dell’1,5 per cento circa. Analogo rialzo per il Wti che viaggiava ieri mattina in area 84,6 dollari al barile. Corsa dei prezzi (già +13% Ytd) che potrebbe continuare nei prossimi mesi. Secondo Goldman Sachs i prezzi sono diretti a 100 dollari al barile entro il terzo trimestre dell’anno, citando diversi fattori che vanno ad alimentare il surriscaldamento dei prezzi. Da un lato l’effetto inferiore al previsto sulla domanda della variante omicron, dall’altro le maggiori interruzioni dell’offerta e carenze OPEC+.

 

 

 

 

 

Così il grido d’allarme è arrivato anche dal mondo dei consumatori. «La benzina, in modalità self service, raggiunge i 1,754 euro al litro, il gasolio sfonda nuovamente la soglia di 1,6 euro, arrivando a 1,620 euro al litro. In una sola settimana il rincaro è pari a oltre 1 euro per un pieno da 50 litri, 1 euro e 5 cent per la benzina e 1 euro e 11 cent per il gasolio. Un rialzo settimanale da infarto» ha denunciato l’Unione Nazionale Consumatori sulla base dei dati settimanali del ministero della Transizione Ecologica. Ieri la Lega ha presentato le sue proposte per limitare i costi del gas per l’autotrazione. In 5 mesi il prezzo della materia prima è aumentato del 500% mettendo a rischio 20mila lavoratori. Il Carroccio punta a estendere l’Iva agevolata al 5% e istituire un credito d’imposta del 30% sull’acquisto del Gnl per i trasporti pesanti.
 

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