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Costi Covid, il decreto bollette arriva in settimana

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Filippo Caleri
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Il petrolio continua a salire, l’inflazione anche e il pericolo che il sistema produttivo rallenti la sua corsa a causa dei prezzi dell’energia spinge a il governo ad accelerare la scritture del nuovo decreto sulle bollette. Il testo dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri, presumibilmente giovedì.

Per ora l’unico appuntamento sicuro è il giorno prima quando si terrà il tavolo sull’energia convocato dal ministero dello Sviluppo economico con le imprese; insieme con Giancarlo Giorgetti il confronto vedrà impegnate le imprese, con Confindustria (e le diverse associazioni aderenti), sull’impatto dei costi energetici sul sistema produttivo. Anche se gli industriali allarmati dalle ricadute dei rincari sui listini hanno chiesto che lo stesso confronto sia tenuto a Palazzo Chigi.

L’urgenza è determinata dalle condizioni di mercato. Il prezzo del greggio ha raggiunto i livelli massimi da 7 anni mentre l’Istat ha calcolato che nel 2021 l’inflazione è stata la più alta dal 2012 (+1,9% nell’anno, ma +3,9% a dicembre). Un’impennata i cui effetti sono stati già analizzati dalle associazioni dei consumatori che prevedono una stangata nel 2022 da 1.200 a 1.400 euro per ogni nucleo familiare. Mentre Coldiretti ha spiegato che l’anno scorso il prezzo del gasolio agricolo è cresciuto del 50%.

 

 

 

 

 

Anche questo spiega l’accelerazione impressa al provvedimento che viaggia sull’onda delle pressioni provenienti da più fronti: da un lato quelli delle diverse forze politiche, con il leader della Lega Matteo Salvini in testa (che ha parlato di stangata da 30 miliardi), dall’altro quelli delle aziende, rilanciati dalla stessa Confindustria (che invece ritiene a rischio il patrimonio industriale e rischi per l’impatto sulla filiera produttiva). A questo naturalmente si somma la preoccupazione, già presente, per l’affanno delle famiglie e delle fasce più deboli. Così oltre agli interventi sulle bollette, è in dirittura d’arrivo anche un nuovo decreto Sostegni. Non è escluso che - per le parti di competenza - possa diventare un unico provvedimento. In ogni caso - secondo quanto filtra da fonti ministeriali - non si dovrebbe procedere con l’ipotesi di un nuovo scostamento di bilancio (come però avevano provato a proporre sia Pd che M5s, e da ultimo il Carroccio).

Il pacchetto di misure è stato già consegnato a Palazzo Chigi. Una base di partenza con una decina di proposte (come per esempio il taglio dell’Iva, degli oneri di sistema, e la destinazione dei proventi derivanti dalle aste di C02) che il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani ha recapitato al presidente del consiglio Mario Draghi ai primi di gennaio. Il documento - che potrebbe prevedere tra l’altro il più volte ipotizzato aumento di estrazione di gas nazionale, e un contributo di solidarietà delle grandi società che operano nel settore energetico - è già stato oggetto di valutazioni tra tecnici e capi di gabinetto dei ministeri coinvolti (Transizione ecologica, Economia, Sviluppo economico). Per il momento si sono messe in fila le questioni più urgenti, ponendo attenzione anche agli effetti che questi interventi potrebbero avere sulle società energetiche quotate in Borsa. Ora lo schema si avvia a diventare il testo di un decreto, con uno spettro di interventi ampio e «strutturale».

Non vanno sottovalutate anche le conseguenze dell’inflazione. Per Mario Resca, presidente di Confimprese la spinta inflazionistica si ripercuote negativamente anche sui saldi. Secondo le rilevazioni del centro studi Confimprese, continua l’ondata negativa dei saldi, che non riescono a controbilanciare l’andamento negativo dei consumi. «Nell’abbigliamento - ha proseguito Resca - il 78% dei retailer dichiara un trend negativo tra -30 e -40% sullo stesso periodo 2020 precovid e come media del settore, sia pure con i dovuti distinguo da insegna a insegna, non si registrano incrementi dello scontrino medio». 
 

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