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Contanti, scatta la tagliola bancomat anche per gli spicci

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Riccardo Mazzoni
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Da ieri il tetto all’uso del contante è sceso da duemila a mille euro, e questo vale anche per il pagamento dei salari, ad eccezione delle colf. E’ l’ultimo atto della guerra santa iniziata dal governo Conte bis col decreto fiscale dell’agosto 2020, che Draghi non ha evidentemente ritenuto di correggere. Dunque, la soglia dei pagamenti consentiti con il denaro contante si riduce della metà, e viene applicata per tutti i “passaggi” tra persone fisiche o giuridiche: per un prestito, una donazione, o perfino per un regalo a un figlio che superi le mille euro, è obbligatorio usare un “metodo tracciato”, ossia pagamenti elettronici o bonifici, altrimenti scattano le sanzioni.

Non cambia nulla, invece, per i prelievi e i versamenti in banca, che potranno continuare ad essere superiori ai mille euro. Ma da ieri è scattata anche una tagliola per i commercianti, i quali dovranno accettare transazioni anche di pochi euro con pagamento attraverso bancomat e carte di credito: non è più sufficiente, insomma, avere il Pos: scatta l’obbligo di utilizzarlo. Per Fratelli d’Italia il tetto al contante “è una norma del tutto ideologica che serve solo a drenare risorse dall’economia reale al sistema finanziario”, ma gli emendamenti ad hoc presentati alla manovra sono stati tutti respinti, nonostante Lega e Forza Italia siano anch’essi contrari – lo hanno esplicitato nei giorni scorsi sia Berlusconi che Salvini - ma hanno dovuto sottostare agli equilibri di maggioranza.

Con l’inizio del 2022 si mettono dunque le lancette indietro, tornando ai tempi del governo Monti, che nel decreto Salva Italia (dicembre 2011) inserì la norma per portare l’uso del contante al minimo storico di mille euro con la finalità dichiarata di tracciare i movimenti finanziari, contrastare il riciclaggio di capitali illeciti oltre che combattere evasione ed elusione fiscale. Ma l’esperienza ormai consolidata insegna che le misure restrittive sul contante non sono mai state accompagnate da una effettiva riduzione dell’evasione fiscale, e inoltre il limite di mille euro arriva nel momento peggiore per l’economia reale e per le attività produttive: con i consumi delle famiglie di nuovo in frenata a causa della variante Omicron, la domanda interna andrebbe infatti sostenuta, non disincentivata attraverso vincoli, appunto, ideologici.

Le organizzazioni dei commercianti hanno già lanciato l’allarme: si tratta di un provvedimento iniquo perché non è condiviso a livello comunitario e non c’è quindi uniformità di applicazione in Europa, dove solo in 12 Paesi, compresa l’Italia, sono vigenti limiti all’uso del contante. Del resto, la stessa Commissione Ue, nel 2018, invitò a non sottovalutare le distorsioni causate “da disposizioni nazionali divergenti” sui pagamenti in contanti, che falsano la concorrenza nel mercato interno con conseguenze negative per i consumatori. La stessa Bce non ha mancato di rimarcare che il contante è essenziale per assicurare l'inclusione dei cittadini socialmente vulnerabili, quelli che non dispongono di un conto bancario o delle competenze digitali necessarie. In diversi Stati europei è opinione diffusa che per combattere l’evasione fiscale e il riciclaggio del denaro sporco sia irrilevante limitare l’utilizzo del denaro liquido entro determinate soglie. Anzi, i pagamenti digitali possono comportare una crescita delle truffe online, delle frodi e delle clonazioni.

Per l’Italia vale poi una considerazione aggiuntiva: l’obbligatorietà di carte e bancomat farà pagare all’economia reale e alle famiglie i costi delle commissioni, perché non si è ancora fatto nulla per rendere più conveniente il denaro elettronico, tanto che Giorgia Meloni ha buon gioco a sostenere che questa misura è un “enorme regalo alle banche”. C’è poi un ultimo risvolto da ritenere preoccupante, senza arrivare al catastrofismo di chi sostiene che la sparizione del contante da noi sarà più pericolosa del virus: da quando in Finlandia i pagamenti digitali sono schizzati all’81% dei pagamenti totali, il numero dei conti bancari in rosso è aumentato in modo esponenziale, con una media del 127% rispetto alle entrate. Non a caso la Bce ha ricordato che l’uso del contante, soprattutto per le fasce sociali meno abbienti, “agevola il controllo delle spese”.
 

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