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Arrivano i soldi agli statali. Aumenti di stipendio di 105 euro al mese e arretrati per circa 1.800 euro

Filippo Caleri
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Arrivano i soldi agli statali. Ieri è stata raggiunta una preintesa sul contratto del comparto Funzioni centrali per il triennio 2019-2021. Ai circa 225mila dipendenti pubblici di ministeri, agenzie fiscali e altri enti, viene riconosciuto a regime un aumento in busta paga, a partire dal primo gennaio 2021, pari a circa 105 euro medi per 13 mesi. Il bottino mensile però potrebbe anche crescere perché è previsto l'utilizzo delle ulteriori risorse che saranno stanziate nella legge di bilancio per il 2022, a decorrere dal 1° gennaio per finanziare il nuovo ordinamento professionale e il superamento dei limiti all'incremento dei Fondi risorse decentrate, consentendo un ulteriore beneficio complessivo a regime di circa 20 euro medi al mese. La decorrenza giuridica del rinnovo è fissata a partire dal primo gennaio di quest'anno così l'intesa riconosce anche gli arretrati contrattuali medi, per il periodo 2019-2021, pari a circa 1.800 euro. Non solo stipendi più elevati.

 

 

Il nuovo contratto prevede anche innovazioni normative determinate dalla situazione della pandemia che ha inciso anche sul lavoro pubblico. Così sono state introdotte le norme per la regolamentazione del lavoro agile e un nuovo sistema di classificazione del personale. La preintesa di ieri è la prima raggiunta per il pubblico impiego nel triennio contrattuale di riferimento e inaugura il nuovo sistema con il quale sono stati ricondotti a unità i diversi modelli presenti negli ex comparti Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, Cnel, confluiti tutti nel comparto funzioni centrali. Ecco gli elementi che caratterizzano il nuovo ordinamento: la semplificazione del sistema conseguente al superamento delle vecchie posizioni economiche, sostituite da un'unica posizione giuridica per ciascuna area; l'introduzione di una quarta area, denominata «area delle elevate professionalità» nella quale verranno assunti dipendenti in possesso di elevata qualificazione professionale, e che rappresenta un futuro sbocco professionale per i funzionari già presenti nell'amministrazione. Inoltre, la previsione di un percorso economico chiaro e semplificato, che consente ai lavoratori di acquisire quote aggiuntive di stipendio, denominate «differenziali stipendiali», volte a remunerare il maggior grado di competenza professionale progressivamente acquisito dai dipendenti.

 

 

La regolamentazione contrattuale del lavoro a distanza, che si articola in lavoro agile, di cui alla legge 81/2017, e lavoro da remoto, rispondendo così alle differenti esigenze organizzative delle amministrazioni e dei lavoratori, ferma restando la qualità e la quantità dei servizi prestati e delle attività svolte. Ancora, sotto il profilo delle relazioni sindacali, una rivisitazione delle materie di confronto e contrattazione integrativa al fine di potenziare il livello di partecipazione e di collaborazione tra amministrazioni e organizzazioni sindacali. Attenzione rinnovata anche alla formazione del personale, specie in questo particolare momento storico, in cui è necessario completare la transizione digitale e investire, con specifiche risorse già stanziate dal Governo, incoraggiando i processi di sviluppo di competenze e qualificazioni professionali. La rivisitazione di alcuni istituti normo-economici previsti dal precedente Ccnl, ad esempio le assenze per malattia in caso di gravi patologie che richiedono terapie salvavita, escluse dal periodo di massima assenza per malattia sia con riferimento alle giornate di effettuazione delle terapie, sia con riguardo alle assenze conseguenti agli effetti collaterali delle stesse. Arriva anche l'estensione della copertura assicurativa ai dipendenti che coprano posizioni di lavoro che richiedono l'assunzione di responsabilità diretta verso l'esterno e l'introduzione di tutele volte a consentire alle persone di vivere in modo equilibrato la propria identità di genere.

 

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