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Manovra in corso, avremo quattro aliquote Irpef: ecco la riforma

Filippo Caleri
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La riforma del fisco, da finanziare per ora con gli 8 miliardi di euro stanziati nella legge di Bilancio, prende forma. Il vertice di maggioranza convocato dal ministro dell’economia, Daniele Franco, è stato aggiornato a domani in attesa delle simulazioni di spesa. Ma la via sembra tracciata con l’idea di ridurre innanzitutto il numero degli scaglioni Irpef, portati dagli attuali cinque a quattro.

Allo sfoltimento numerico si accompagnerebbe l’abbassamento di alcune aliquote insieme all’innalzamento dell’area di reddito non tassato. In itinere anche la revisione delle detrazioni per includere il bonus fiscale (eredità del governo Renzi) che parte dai 100 euro e diminuisce gradualmente al crescere del reddito. L’obiettivo di Franco è quello di stringere i tempi per un accordo da portare in Parlamento con un via libera dei responsabili dei partiti presenti al meeting: Laura Castelli (M5s), Maria Cecilia Guerra (Leu), Luigi Marattin (Iv), Gilberto Pichetto Fratin (Fi), Alberto Bagnai (Lega) e Antonio Misiani (Pd). Con questa delegazione un primo punto di caduta è stato trovato con l’uso quasi integrale, sei degli otto miliardi a disposizione, per tagliare le aliquote Irpef.

Nel riordino degli scaglioni si vorrebbe privilegiare il ceto medio, in sostanza i redditi che vanno da 30 a 50 mila euro. Quindi lo sconto più sostanzioso dovrebbe arrivare sull'aliquota del 38%.

Una scelta quella di un taglio generalizzato dell’Irpef che ha però un punto debole. Quello espresso dalla Banca d’Italia che teme che, un intervento del genere, favorirebbero eccessivamente i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente. «Poiché i redditi da lavoro dipendente rappresentano poco più della metà del reddito complessivo dichiarato, l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale che grava su di essi sarebbe più efficacemente raggiungibile con la revisione di detrazioni e trattamento integrativo piuttosto che con la sola riduzione delle aliquote che favorirebbe anche i redditi diversi da quelli da lavoro dipendente» ha spiegato il capo del Servizio Struttura economica di Palazzo Koch, Fabrizio Balassone.

I dubbi dell’istituto di Via Nazionale sono stati espressi anche sul taglio dell’Irap, dato che la tassa finanzia il sistema sanitario per il quale andranno trovate «soluzioni alternative».

Sul fisco il lavoro va comunque avanti con il placet della maggioranza. «Aspettiamo altre simulazioni, abbiamo discusso ancora su Irpef e Irap, tendenzialmente la scelta è quella di andare sulle aliquote», ha detto il viceministro del Mise Gilberto Pichetto al tavolo del Mef in rappresentanza di Forza Italia. Luigi Marattin (Iv)punta a usare i fondi «per una riforma e non per interventi spot». Se la convergenza sul taglio delle tasse ai dipendenti è totale resta aperto il nodo dell’Irap per il quale il tavolo al Mef è stato riconvocato domani, quando saranno disponibili nuove simulazioni da parte dei tecnici. Al momento sono aperte tutte le opzioni che si riducono a tre: un intervento verticale su singole categorie, uno orizzontale per tutti con un tetto di fatturato e una combinazione tra i due.

Nella nuova riunione bisognerà tenere conto anche delle richieste sulle quali i partiti non mollano. Così la Lega di Salvini chiede l’azzeramento totale dell’Irap per partite Iva e lavoratori autonomi.

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