Covid, ristori alle imprese in arrivo: firmato l'atto per assegnare 4,3 miliardi a fondo perduto
Dopo sette mesi arrivano i soldi a fondo perduto per le aziende maggiormente colpite dal Covid. Si tratta di una boccata di ossigeno a riparazione degli incassi persi nel 2020 previsti dal decreto del 25 maggio di quest'anno. La dote a disposizione è di 4,43 miliardi di euro rimaste in cassa in attesa di un decreto ministeriale che stabilisse le percentuali da applicare alle perdite dichiarate da imprese e partite Iva tenendo conto del fatturato complessivo. Il decreto è stato firmato dal ministro dell'Economia e delle Finanze, Daniele Franco, il 12 novembre scorso ed è in fase di pubblicazione. Dunque i ristori promessi lo scorso luglio per le aziende maggiormente colpite dalla pandemia e che per questo avevano subìto un calo di incassi in tutto il 2020 di almeno un terzo rispetto a quelli dell'intero 2019 sono ora pronti per essere liquidati. Certo i tecnici ministeriali se la sono presa un po' comoda lasciando gli imprenditori a secco. Gli stessi che per questo attendevano con ansia la determinazione dei parametri per quantificare gli importi. Sì perché il decreto legge che istituiva la misura di compensazione rimandava al provvedimento ministeriale la determinazione della perdita percentuale di ricavi minima (tra i due anni presi come riferimento) per poter ottenere le somme. E l'aliquota da applicare allo stesso numero per definire l'esatto importo da ottenere. Che in ogni caso, questa è la regola, non potrà comunque mai superare il tetto massimo di 150mila euro qualunque sia il rosso registrato nel bilancio.
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Ora le condizioni sono chiare. «Per accedere al contributo a fondo perduto- spiega il testo - il peggioramento del risultato economico di esercizio relativo all'anno di imposta in corso al 31 dicembre 2020 deve essere pari ad almeno il trenta per cento rispetto al risultato economico di esercizio relativo al periodo di imposta in corso al 2019». Dunque se alla fine dello scorso anno l'utile aziendale si era ridotto del 30 per cento l'impresa rientra nella platea di riferimento dello stanziamento. Ottenuto il primo semaforo verde si passa alla quantificazione. Anche questa oggetto del decreto siglato dal ministro Franco. La percentuale da applicare alla perdita sarà del 30 per cento per i soggetti con ricavi non superiori a 100mila euro, il 20 per cento per le aziende con fatturati tra 100 e 400 mila euro. L'indennizzo scende al 15% per chi ha introiti tra 400 mila e un milione di euro. Il dieci se l'attività sviluppa tra un milione e cinque. E il 5 per cento se l'impresa fattura tra 5 e massimo 10 milioni di euro.
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La norma tiene conto anche dei ristori ottenuti nei decreti di indennizzo precedenti a quello di luglio, le cifre effettivamente erogate sono scontate di quanto già ottenuto con i provvedimenti precedenti. Per ottenere la liquidazione, infine, i soggetti interessati devono aver presentato, entro il 30 settembre scorso, la dichiarazione dei redditi del periodo d'imposta chiuso il 31 dicembre dello scorso anno, pena la decadenza dal beneficio. Gli imprenditori non possono barare. Le eventuali dichiarazioni corrette e integrate dopo questo termine non rilevano.
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