Col carovita a rischio le spese di Natale. In fumo 5,3 miliardi di consumi
L’allarme inflazione fa paura ai commercianti perché la diminuzione del potere d’acquisto rischia di abbassare la propensione all’acquisto dei consumatori. Per la Confcommercio un’eventuale fiammata dei prezzi, negli ultimi mesi di quest’anno ridurrebbe fortemente le spese delle famiglie con il rischio di impattare negativamente anche sullo shopping di Natale, con effetti negativi anche sulla crescita nel 2022. Infatti, nell’ipotesi di un aumento medio dei prezzi del 3% si perderebbero circa 2,7 miliardi di euro di consumi che potrebbero arrivare fino a 5,3 miliardi nell’ipotesi - non tanto irrealistica - di un’inflazione al 4%. È quanto emerge da una stima dell’Ufficio Studi dell’associazione guidata da Gian Carlo Sangalli. In entrambi i casi, ha spiegato Confcommercio, quasi i tre quarti della perdita deriverebbero da un’immediata riduzione del potere d’acquisto del reddito disponibile, il resto dall’erosione della ricchezza finanziaria detenuta in forma liquida; su questa riduzione dei consumi pesa, peraltro, anche l’aumento delle spese obbligate per il rincaro dei prezzi dell’energia che si è già trasferito sulle bollette di luce e gas.
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Per Sangalli per attutire l’effetto dei rincari «occorre utilizzare presto e bene le risorse del Pnrr e iniziare a ridurre finalmente la pressione fiscale su famiglie e imprese, a partire dal costo del lavoro. Solo così si possono rilanciare investimenti e consumi». Sul punto del carovita è intervenuto anche il Codacons, secondo i cui calcoli la riduzione dei consumi per 5,3 miliardi equivarrebbe a una minore spesa pari a 204 euro a famiglia solo in occasione del Natale, spiega il presidente Carlo Rienzi, secondo cui «il rischio concreto è quello di un Natale in bianco, con una forte riduzione dei consumi in tutti i settori legati alla festività, dai regali agli addobbi, passando per viaggi e alimentari, ed effetti a cascata per l’economia nazionale in un momento in cui la ripresa dovrebbe essere sostenuta e aiutata».
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