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Segnalazioni e truffe, un mese per rilanciare l'educazione finanziaria

Angelo De Mattia
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Il 10 ottobre inizia la quarta edizione del «Mese dell'educazione finanziaria» con una maratona che inizia con una rappresentazione teatrale nel Salone Margherita, evidentemente per rendere meglio recepibili i messaggi che si intendono lanciare. Poi si svolgerà una serie di incontri per sviluppare ulteriori iniziative nel campo, appunto, dell'alfabetizzazione finanziaria nel quale l'Italia continua ad occupare posizioni lontane dal vertice delle classifiche dei Paesi dell'Ocse. Intanto, dalla Banca d'Italia sono stati forniti i dati sugli esposti contro le banche ricevuti nel 2020, pari 11.230 (in aumento del 36 per cento rispetto al 2019) nei quali, tra l'altro, si avanzavano lamentele per l'accesso alle misure governative per fronteggiare la pandemia. Il 49 per cento del totale è legato alla concessione di prestiti. Vi sono anche segnalazioni, in aumento, concernenti le truffe on-line. Nel primo trimestre dell'anno in corso, la crescita è proseguita, con 2.708 esposti, il 9 per cento in più rispetto al corrispondente periodo del 2020. Una parte dell'aumento è dovuta pure alle difficoltà di rapporti diretti agli sportelli bancari per le restrizioni adottate anti-Covid. Il 45 per cento degli esposti riguardanti lo scorso anno ha registrato un esito favorevole per il cliente, mentre il 36 per cento ha avuto una conclusione sfavorevole per gli autori delle segnalazioni.

 

 

Si tratta di un'opportuna rendicontazione, che contiene pure una importante ulteriore disaggregazione dei dati. Il passo avanti nella gestione degli esposti, rispetto a un lontano passato quando vigeva la formula dell'astensione dell'intervento della Vigilanza nelle controversie tra banche e clientela, è importante. Ma ciò è dovuto, innanzitutto, alle norme, prevalentemente di origine europea, sulla tutela del consumatore-utente. Tuttavia occorrono ulteriori progressi. Tra l'altro, l'intervento che viene svolto dall'Organo di controllo presso l'intermediario coinvolto, in conseguenza dell'esposto, non può rimanere completamente segreto evocando i fini di Vigilanza. Nei modi compatibili con gli obblighi di riservatezza, bisogna darne notizia all'esponente. Tutto ciò è solo un profilo indirettamente riconducibile all'educazione finanziaria che riguarda la fase della patologia, quando è insorto un palese contrasto tra cliente e banca. Ora, nel «Mese» occorre far conoscere, da parte delle Autorità responsabili «ratione materiae» e, per prima, dall'apposito Comitato costituito presso il Tesoro, non solo ciò che si è fatto nell'anno e i programmi per i prossimi anni, ma anche, e innanzitutto, i risultati concreti che sono stati rilevati, i bisogni nuovi che sono emersi sul campo, le prospettive ravvicinate.

 

 

C'è grande necessità non solo di sapere quel che si intende fare e le modalità, nonché l'estensione a livello nazionale, ma ciò che si è fatto e quali esiti abbia dato, se non altro per evitare che si tratti solo di un «Mese» di belle intenzioni. Si deve testare l'effettiva efficacia delle diverse iniziative insieme con eventuali proposte di interventi legislativi. Fra queste ultime, essenziale sarebbe riprendere le diverse proposte che vogliono l'educazione in questione come una materia obbligatoria nei programmi negli otto anni scolastici, dalle «medie» agli istituti superiori. Poi occorre definire bene i possibili programmi per gli adulti. Il pionierismo di un personaggio come Beppe Ghisolfi, che ha dato e dà un grande contributo in materia, ora deve essere coronato da politiche e norme efficaci, ma che si giustificano se si portano i risultati delle azioni sinora svolte.

 

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