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Fisco, la cartella si paga a rate: riscossione con dilazione per i debiti congelati per Covid
Mentre la macchina della riscossione inizia a rimettersi in moto con la possibilità chiarita dalle Entrate di rateizzare la cartelle congelate per il Covid inizia a profilarsi anche la direzione che il governo prenderà per scrivere la manovra di bilancio per il prossimo anno. L’ipotesi di un doppio binario per consentire una corsia veloce agli interventi fiscali è stata anticipata ieri dal sottosegretario all’economia, Maria Cecilia Guerra: «Un eventuale intervento sul cuneo fiscale, che sarà uno degli elementi della riforma, potrebbe essere anticipato nel consueto decreto che accompagna la manovra». La Guerra ha anche spiegato che «potrebbero essere anticipate misure di riforma della riscossione e di contrasto all’evasione fiscale». «La discussione - ha sottolineato - è ancora molto agli albori, l’elemento essenziale è avere il quadro macroeconomico della Nadef che ci dirà anche quali sono gli spazi per la manovra di bilancio».
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Intanto il fisco inizia a bussare alla porta dei contribuenti che hanno usufruito del congelamento del pagamento delle morosità a causa del Covid. E lo fa tenendo conto delle difficoltà ancora presenti nella famiglie e nelle imprese. Entro settembre bisognerà provvedere a pagare o rateizzare gli importi scaduti o sospesi durante lo stop per il Covid. Mentre per la rottamazione-ter, scaduta a maggio 2020, i pagamenti effettuati entro il prossimo 6 settembre saranno considerati validi grazie alla possibilità di avvalersi dei giorni di tolleranza aggiuntivi. I contribuenti che hanno beneficiato della sospensione del versamento delle cartelle fiscali potranno però chiedere la rateizzazione del debito. Inoltre può presentare una richiesta di dilazione anche chi era decaduto da una precedente rateizzazione prima della fase emergenziale, senza il vincolo del versamento delle rate scadute. La stessa possibilità viene estesa anche a coloro che, al 31 dicembre 2019, erano decaduti dalle definizioni agevolate (le tre edizioni delle rottamazioni e il saldo e stralcio) che possono rateizzare le somme ancora dovute. Ai contribuenti che hanno congelato i versamenti e non riescono a pagare quanto dovuto in un’unica soluzione, sarà possibile «chiedere la rateizzazione del debito e avvalersi, in questo particolare momento, delle agevolazioni introdotte dal decreto legge ristori fino al 31 dicembre 2021» ha spiegato una nota delle Entrate. Il provvedimento prevede la tolleranza fino a 10 rate. Per le rateizzazioni attive all’8 marzo 2020 e per tutte le richieste che perverranno entro il 31 dicembre 2021, la legge ha disposto la possibilità di beneficiare di un periodo più lungo per la decadenza, che si verificherà con il mancato pagamento di 10 rate, anche non consecutive (anziché le 5 ordinariamente previste). Pertanto, in vista della scadenza di pagamento di fine settembre «è necessario prestare molta attenzione al calcolo esatto delle rate che non sono state versate durante il periodo di sospensione (protrattosi per 18 mesi) e provvedere al saldo di quelle che consentono di non superare il limite consentito di 10 rate per rimanere in regola con la rateizzazione», spiega l’Agenzia.
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Per le richieste presentate entro il 31 dicembre 2021, il decreto ristori ha elevato da 60 a 100 mila euro la soglia di debito per il quale basta una semplice domanda, senza la necessità di dover presentare la documentazione che attesti lo stato di difficoltà economica, per ottenere l’ammissione automatica alla dilazione ordinaria fino a 6 anni (72 rate). I versamenti possono essere effettuati presso la propria banca, agli sportelli bancomat (atm) abilitati ai servizi di pagamento Cbill, con il proprio internet banking, agli uffici postali, nei tabaccai aderenti a Banca 5 SpA e tramite i circuiti Sisal e Lottomatica, sul portale www.agenziaentrateriscossione.gov.it e con l’app Equiclick tramite la piattaforma PagoPa. Infine, è possibile effettuare il versamento mediante compensazione con i crediti commerciali non prescritti, certi, liquidi ed esigibili (crediti certificati) maturati per somministrazioni, forniture, appalti e e servizi nei confronti della pubblica amministrazione.