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Mps-Unicredit, l'audizione del ministro Franco: almeno 2500 esuberi, cessione non in discussione

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“Nessuna svendita”. Il ministro dell'Economia Daniele Franco è stato ascoltato in audizione di fronte alle Commissioni riunite Finanze di Senato e Camera sui recenti sviluppi della vicenda riguardante la Banca Monte dei Paschi di Siena e ha fatto un chiaro quadro della situazione: “Se Mps proseguisse in autonomia ci sarebbero rischi considerevoli e seri problemi di competitività. La banca ha elaborato una propria strategia di sviluppo. Il nuovo piano predisposto tenendo conto degli impegni con la commissione Ue ha obiettivi non conformi a tali impegni. Per raggiungere un rapporto costo/ricavi al 61%, la banca ha stimato 2.500 esodi volontari. Nel caso probabile in cui l'intercoluzione con la Commissione Ue richiedesse di fissare un rapporto più ambizioso gli esuberi potrebbero essere considerevolmente più elevati". 

 

 

Dopo la doccia gelata sui tagli dei lavoratori Franco ha chiarito ulteriori dettagli della trattativa con Unicredit: “Non si tratterà di una svendità di una proprietà statale. Mps è la banca più antica del mondo. La salvaguardia dell'occupazione e del marchio, oltre che del risparmio, sono le priorità del Governo. L’esito dello stress test conferma l'esigenza di un rafforzamento strutturale di grande portata e di un aumento ben superiore a quello previsto dal piano 2020-2025 da 2,5 miliardi di euro. Non vi sono al momento elementi che facciano intravedere rischi di smembramento della banca. E’ possibile che il ministero dell'Economia riceva azioni del gruppo Unicredit ma tale eventuale partecipazione non dovrebbe alterare gli equlibri di governance. Lo Stato - prosegue Franco - parteciperà comunque a tutti i benefici economici in termini di creazione di valore derivanti dall’operazione. Non ci sono le condizioni per mettere in discussione la cessione di Mps, che è una iniziativa doverosa che fa seguito ad impegni assunti dai governi precedenti. L’operazione di aggregazione di Unicredit costituisce la soluzione strategicamente superiore dal punto di vista dell'interesse generale del Paese. Un'aggregazione - conclude in audizione il ministro - sarebbe motivata sotto un profilo industriale".

 

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