fratelli d'italia alza la voce
Arriva il Grande fratello fiscale: progetto illiberale. Schiaffo a Conte: niente ritorno del cashback
L’occhio del Grande Fratello fiscale sui conti correnti degli italiani. È il rischio ravvisato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni scorrendo i capitoli dedicati all’evasione dell’«Atto di indirizzo» della politica fiscale firmato dal ministro dell’Economia Daniele Franco. «Il governo - attacca la Meloni - vuole autorizzare l’Agenzia delle Entrate-Riscossione a effettuare un accesso massivo all’Anagrafe dei rapporti finanziari, per vedere in tempo reale la giacenza sui conti correnti ed effettuare i pignoramenti. Il fisco vuole attingere direttamente dai conti correnti degli italiani. Un meccanismo che viola la privacy di milioni di contribuenti». «Fratelli d’Italia si opporrà in ogni sede contro questo progetto illiberale» la conclusione.
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La leader di Fd’I si riferisce a un passaggio a pagina 11 del documento. Vi si legge che «per combattere l’evasione fiscale e ridurre il tax gap», tra le altre attività, ci si basera anche «sullo sfruttamento delle potenzialità derivanti dall’utilizzo di informazioni provenienti da enti esterni, di quelle di natura finanziaria contenute nell’Archivio dei rapporti finanziari, nonché dai dati derivanti dall’introduzione generalizzata della fatturazione elettronica». Ma che cos’è l’Archivio dei rapporti finanziari? Sostanzialmente un’enorme banca dati che contiene tutti i dati contabili - saldo e movimenti - di chiunque abbia un conto corrente o di deposito. Questo archivio ha già nella sua «mission» originaria (lo stabilì il decreto Salva Italia di Monti, nel 2011) il compito di trasmettere all’Anagrafe tributaria i dati di cui è in possesso. Semmai, a leggere quanto scrive Franco, non si è mai utilizzata questa arma nel pieno delle sue potenzialità. E non è l’unico passaggio del documento in cui si spinge su un monitoraggio massivo del contribuente. Nel paragrafo successivo si cita il proposito di «monitorare il comportamento dei contribuenti che hanno subito un controllo fiscale per verificare nel tempo il loro grado di propensione all’adempimento e valutare il livello di fedeltà fiscale». In altre parti del testo di parla di incrocio di banche dati internazionali. E si punta all’«acquisizione di nuove figure professionali» nell’amministrazione fiscale, «caratterizzate da conoscenze multidisciplinari (...) con particolare riguardo agli spunti provenienti dalle scienze comportamentali e alle esigenze di tutela della protezione dei dati e di cibersecurity».
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L’impressione è che l’amministrazione vada a caccia di 007 del digitale anche per mettere le mani sugli affari che corrono sul web nascosti al fisco. Non a caso nel testo si citano esplicitamente i «crypto asset» e la necessità di «individuare soluzioni che consentano all’Amministrazione finanziaria di conoscere i "flussi" dei dati delle transazioni poste in essere attraverso l’intermediazione delle piattaforme di exchange di criptolaute». La lotta all’evasione, però, non si muoverà solo sul fronte del contrasto alle attività illecite ma anche su quello della premialità dei pagamenti elettronici e tracciabili. Anche se, da questo punto di vista, c’è una novità. A differenza di quanto sarebbe stato stabilito all’interno della variegata maggioranza di governo, il cashback varato da Giuseppe Conte e (momentaneamente?) sospeso da Draghi non sembra destinato a tornare nel 2022. A pagina 18 del documento scritto da Franco, infatti, si citano gli strumenti attraverso cui saranno incentivati i pagamenti elettronici. A partire dall’«automatizzazione del processo di fatturazione elettronica» per passare alla «lotteria degli scontrini» (altra misura di epoca contiana) e arrivare al credito d’imposta al 30% sulle commissioni bancarie legate ai pagamenti elettronici «per esercenti con un volume d’affari inferiore ai 400mila euro». Del cashback, invece, non c’è traccia. Difficile pensare a una semplice dimenticanza. E facile immaginare quale potrà essere la reazione del Movimento 5 stelle.