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"Ripresa robusta", l'Italia corre con una forte ripartenza. Ma c'è il rischio frenata per i contagi

Angela Barbieri
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Una ripresa che procede robusta e che finalmente coinvolge anche servizi e consumi ma che l’aumento dei contagi potrebbe rallentare. In estrema sintesi è questa la fotografia più aggiornata dell’economia italiana scattata dal centro studi Confindustria che rileva un rimbalzo forte nel secondo trimestre dell’anno cui potrebbe seguire nel terzo e quarto un andamento più lento. In particolare scrive il Centro studi di Confindustria (Csc) nella sua Congiuntura Flash «a giugno si è irrobustita la risalita, grazie all’accelerazione delle vaccinazioni e a meno restrizioni. A luglio, però, l’aumento dei contagi in varie parti d’Europa pone nuovi rischi di raffreddamento dell’attività economica, specie nel turismo e in particolare da agosto, sia tramite il canale della fiducia che per eventuali nuove misure anti-Covid». E la ripresa appare trainata dai consumi e dai servizi. A detta del Centro Studi di Confindustria, la risalita dei servizi, in base ai dati attuali, dovrebbe proseguire nel terzo trimestre con le aspettative finali di giugno su valori molto elevati.

 

 

«Mentre gli investimenti continuano la loro dinamica favorevole nei mesi primaverili, con ordini in aumento, il timone della ripresa italiana è nelle mani delle famiglie, la cui spesa è stimata in recupero, grazie a più mobilità e utilizzo del risparmio», spiega Csc. Secondo l’indice Icc, il recupero dei consumi a maggio-giugno è più accentuato per la parte relativa ai servizi, grazie alla ripresa di viaggi e spese fuori casa. E le attese sono positive: gli ordini interni dei produttori di beni di consumo nel secondo trimestre sono saliti di 6 punti, la fiducia delle famiglie è oltre i livelli pre-crisi. Nell’industria il percorso di crescita prosegue su ritmi stabili, secondo il Pmi (62,2 a giugno). Grazie al recupero a giugno (+1,3%, stime Csc), la produzione conferma le attese e cresce nel secondo trimestre (+1,1%), come nel primo, nonostante la correzione a maggio (-1,5%). Ciò coinvolge quasi tutti i settori: la maggiore eccezione è il comparto moda, ancora penalizzato dal calo dei consumi legato alle nuove abitudini nell’era-Covid. Le attese su produzione e ordini sono a livelli elevati, ma ci sono preoccupazioni per l’aumento dei prezzi di acquisto e, in alcuni casi, per la carenza di materiali.

 

 

L’ombra dei nuovi contagi sulla ripresa tocca anche la Germania dove l’indice Ifo, che segna l’andamento della fiducia, scende a 100,8 punti da 102,1 attesi e 101,8 precedenti rivisti a 101,7 punti. Migliora l’indice sulle condizioni attuali, che tocca quota 100,4 punti dai 99,7 precedenti, inferiore ai 101,6 attesi dagli analisti. Peggiora il sotto-indice relativo alle aspettative, che si porta fino a 101,2 punti dai 103,7 precedenti e contro i 103,3 stimati dal mercato. E a pesare sono «i colli di bottiglia dell’offerta e le preoccupazioni per le infezioni in aumento che stanno pesando sull’economia tedesca». Sul green pass interviene la Confindustria Servizi: «Va considerato come una garanzia per i lavoratori e le imprese, e non come una limitazione della libertà. Il green pass aziendale si traduce in un grande atto di responsabilità per le azienda e riteniamo che si tratti di uno sforzo utile per rimettere in moto l’economia e creare ulteriori baluardi sanitari», dichiara Lorenzo Mattioli, presidente di Confindustria Servizi HCFS.

 

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