Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Il dramma di piccole e medie imprese per colpa della burocrazia: la cattiva Pa costa 109 miliardi

Tommaso Carta
  • a
  • a
  • a

Un «fardello» da oltre 109 miliardi grava sulle spalle degli imprenditori italiani per «malaburocrazia» e mancati pagamenti della Pubblica amministrazione. È quanto segnala l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, secondo cui «se al 31 dicembre scorso avessimo sommato i costi che pesano annualmente sulle imprese a causa della complessità burocratica generata da una macchina statale spesso inefficiente (57,2 miliardi di euro) e l’ammontare dei mancati pagamenti di parte corrente che la Pubblica Amministrazione (Pa) ha nei confronti dei propri fornitori (51,9 miliardi di euro), avremo scoperto il fardello». La Pa, evidenzia l’associazione di artigiani di Mestre, continua pagare con ritardo e in difficoltà - evidenzia la Cigia - Si pensi che l’anno scorso, i mancati pagamenti nei confronti delle imprese che hanno lavorato per lo Stato ammontavano a 10 miliardi.

 

 

In Italia è possibile contare su punte di eccellenza della macchina pubblica, ma «mediamente la nostra Pa funziona poco, male ed è un freno allo sviluppo» a causa di un eccesso di norme, regolamenti e disposizioni che continuano a ingessare il Paese. Tornando sui mancati pagamenti dell’Amministrazione pubblica, la soluzione potrebbe essere a portata di mano. Se certo, liquido ed esigibile, bisognerebbe stabilire per legge che una impresa privata che ha un credito commerciale scaduto con una Pa possa compensarlo in misura secca, diretta e universale con i debiti fiscali e contributivi nei confronti del fisco e dell’Inps/Inail. Ma, evidenzia la Cgia, questo meccanismo metterebbe in «conflitto» le amministrazioni pubbliche tra loro, facendo finalmente emergere le realtà che intenzionalmente continuano a non saldare i fornitori entro i termini di legge. «Una soluzione che la politica si guarda bene dall’introdurre: meglio che ad aspettare i soldi e a patire le pene dell’inferno siano le imprese private che qualche Sindaco, agenzia fiscale o istituto assicurativo/previdenziale», conclude l’associazione di artigiani.

 

 

Il ministro della Pa Renato Brunetta si mostra però fiducioso per il futuro, in particolar modo grazie all’approvazione del Dl Semplificazioni. «La Pubblica amministrazione diventa motore di sviluppo, catalizzatore della ripresa. Ringrazio il Parlamento per i contributi costruttivi, che sono certo arricchiranno anche l’esame del decreto reclutamento attualmente incardinato al Senato: le norme per rafforzare e riqualificare il capitale umano pubblico sono l’altra faccia della medaglia. La semplificazione e la digitalizzazione sono destinate a rimanere sulla carta senza personale dotato delle competenze giuste per affrontare le sfide del futuro. Abbiamo disegnato una nuova Pa, all’altezza di una nuova Italia in una nuova Europa», conclude il ministro.

 

Dai blog