Patto tra sindacati e imprese per evitare gli esuberi: via libera sui licenziamenti
Dopo una lunga maratona di 9 ore di colloqui stoppati e ripresi, con alcuni momenti di tensione nei quali lo stesso Mario Draghi ha minacciato di chiudere il tavolo di contrattazione senza risultato, i sindacati Çgil, Cisl e Uil portano a casa un risultato importante nella delicata vicenda dello sblocco dei licenziamenti. Alla fine, ieri sera, un avviso comune siglato da associazioni datoriali e dei lavoratori con la mediazione del governo ha fissato i paletti di quello che sarà oggi il testo del decreto legge in arrivo al consiglio dei ministri. Il principio sintetizzato dall’avviso comune alza l’asticella rispetto a quanto raggiunto dall’interlocuzione dei partiti con Palazzo Chigi lunedì scorso. Le organizzazioni hanno ottenuto l’impegno da parte degli imprenditori a usare, prima di avviare un percorso di risoluzione, tutti gli strumenti e gli ammortizzatori disponibili dalla legge e dal decreto in arrivo. Non solo. Sopra il delicato dossier resterà vigile anche il governo che farà nascere un tavolo di monitoraggio a Palazzo Chigi per governare le emergenze sociali. L’intesa raggiunta prevede dunque che per tutte le aziende che hanno tavoli di crisi aziendali aperti al ministero dello Sviluppo economico, nelle Regioni e nelle Prefetture, e che abbiano esaurito tutta la cassa integrazione, sia messo a disposizione un nuovo pacchetto di 13 settimane gratuite.
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Il testo dell’avviso comune è un impegno per tutti (ad apporre la firma sono state non solo Confidustria ma anche Alleanza delle Cooperative e Confapi) a non avviare operazioni di macelleria sociale: «Le parti sociali alla luce della soluzione proposta dal Governo sul superamento del blocco dei licenziamenti, si impegnano a raccomandare l’utilizzo degli ammortizzatori sociali che la legislazione vigente e il decreto legge in approvazione prevedono in alternativa alla risoluzione dei rapporti di lavoro. Auspicano e si impegnano, sulla base di principi condivisi, a una pronta e rapida conclusione della riforma degli ammortizzatori sociali, all’avvio delle politiche attive e dei processi di formazione permanente e continua». «Un segnale importante - commenta a Il Tempo, Pierpaolo Bombardieri, segretario generale Uil - perché viene data una risposta alle tante persone che in questo periodo avevano preoccupazioni su cosa sarebbe successo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane». Eppure non è stata una trattativa semplice tra continui rinvii dovuti a imprecisioni e poca chiarezza nei documenti a disposizione dell’esecutivo ad esempio sulla mancanza di alcuni codici Ateco nell’indicazione dei settori per i quali i licenziamenti sono stati prorogati.
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Anche Confindustria si è messa di traverso. Gli industriali non intendevano inserire l’obbligo per le associate a utilizzare le settimane di cig prima di interrompere il rapporto di lavoro come invece avrebbero voluto i sindacati. Viale dell’Astronomia caldeggiava piuttosto una soluzione che prevedeva una semplice «raccomandazione» rivolta alle aziende. Era questa la mediazione massima possibile, avrebbero ripetuto nel corso della serata che ha visto un ping pong telefonico tra Draghi e il presidente Carlo Bonomi. L’impresa d’altra parte, avrebbe spiegato ancora Confindustria, è libera e sovrana e non sarebbe stato possibile introdurre nessun impegno vincolante. Alla fine ha prevalso la volontà di tenere tutto in piedi senza strappi. Per ora tutti vincitori. Si spera anche chi lavora.