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L'Europa beffa le imprese. Furia di Gianluigi Paragone: così la misura anti-Covid diventa indice di crisi

Gianluigi Paragone
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«Il mondo del lavoro così povero e incerto è la nostra grande sconfitta». Parole e musica di Elsa Fornero intervistata dall’Huffington Post. Diciamo che sulle sue parole avrei appoggiato un grande classico del repertorio di Marco Massini, «Vaffa***lo», ma tant’è. Che la ex ministra del Lavoro del governo Monti possa venire a rifrignare è davvero eccessivo, soprattutto perché la Fornero, quella incertezza, non ha fatto nulla per fermarla. Del resto lei, il marito e la famiglia vivono nel mondo più «certo» di tutti qual è quello delle università. Il mondo del lavoro è povero e incerto perché lo hanno smontato pezzo per pezzo, sia dal lato della piccola impresa sia dal lato del lavoratore: entrambi sono stritolati nella morsa delle multinazionali e di un sistema bancario ormai impregnato di tossine finanziarie. I diritti e le opportunità sono compresse e l’unica rete di protezione è data dalla ricchezza privata e dal risparmio. Finché c’è. Anche quello però è minato da un sistema che stritola senza darti le informazioni necessarie.

 

 

Nessuno per esempio sa che nel Pnrr a pagina 57 «si abrogano le disposizioni del codice procedura civile e le leggi che si riferiscono alla procedura esecutiva»: in poche parole si resettano quelle garanzie a tutela delle famiglie esecutate, cioè di quella platea enorme di persone che ha messo il proprio immobile a garanzia del credito. Tutta gente che verrà sbattuta fuori casa prima ancora dell’asta immobiliare (mondo su cui né la magistratura né la politica vuole veramente fare chiarezza e pulizia: forse anche per questo non mi vollero presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche. Ma lasciamo perdere). Questa cancellazione voluta dal sistema bancario creerà nuova disperazione. Qualcuno ne parla? No. Così come nessuno dice che questa bolla di sospensioni varie, dai licenziamenti alle cartelle esattoriali, quando scoppierà franerà sul Paese con una potenza devastante. Prendete i mutui, visto che anche in questo caso, il silenzio regna.

 

 

Pochissimi sanno che la moratoria di altri 6 mesi sui mutui/finanziamenti che le imprese hanno in essere non è riconosciuta ai fini crisi/Covid, come invece le precedenti, da EBA cioè la Vigilanza della BCE. EBA considera l’ulteriore moratoria come indicatore di crisi dell’azienda, pertanto le imprese che ne usufruiscono finiscono nel «cesto» delle imprese sotto sorveglianza (Forborne) per due anni in quanto in difficoltà finanziarie (c.d. credito problematico). Le conseguenze di questo cartellino giallo sono pericolose perché non soltanto l’accesso al credito con quella banca viene neutralizzato per due anni, ma anche il rinnovo di tutte le linee di credito (fidi di cassa, anticipi di fatture ecc...) verrà analizzato e deciso dagli uffici dedicati ai crediti problematici delle banche, non dagli uffici ordinari; per cui è pressoché scontato che quei fidi verranno ridotti se non addirittura tagliati e non rinnovati. È la fine delle piccole e medie imprese. È bene sapere anche che questa nuova norma europea - la Forbearance - riguarda anche qualsiasi richiesta di modifica dei finanziamenti (ad esempio un allungamento della durata del mutuo) perché se la chiedi vuol dire che non puoi pagare e quindi ti giudicano in pre-crisi e quindi finisci nell’elenco delle imprese in difficoltà per due anni. È folle? Certo, infatti è una norma europea. Tra l’altro questa logica folle strozza lo sviluppo di aziende sane che vorrebbero spingere con gli investimenti allungando un po’ le rate da pagare e investendo la liquidità in progetti di sviluppo. Non lo possono fare perché sarebbero considerate «malsane». E tanti saluti anche a qualche assunzione in più.

 

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