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Blocco dei licenziamenti fino a quando? Draghi dice no alla proroga, sindacati all'attacco
E' atteso oggi in Consiglio dei ministri il decreto semplificazioni che contiene anche la governance del Pnrr. Sono due dei pilastri per la messa a terra del Recovery: il terzo è il piano di reclutamento della Pa che, viene spiegato da palazzo Chigi, arriverà la prossima settimana. La fumata bianca arriva al termine di una giornata di confronto, prima con la cabina di regia di governo, poi tra il premier e i sindacati. Nessun allargamento delle norme sul massimo ribasso degli appalti, al centro di una vera e propria levata di scudi, mentre sul subappalto va avanti fino all'ultimo la mediazione con le parti sociali: la normativa europea ha di fatto liberalizzato quest'area, facendo cadere i limiti imposti nell'ordinamento italiano, e c'è dunque la necessità tenere insieme il rispetto del diritto Ue con la massima tutela del lavoro e della legalità. Previsto invece il ricorso all'appalto integrato. Il Governo intende ridurre le stazioni appaltanti a un numero molto più basso, migliorando la qualità del processo di investimento.
In mattinata, erano stati i ministri del Lavoro Andrea Orlando e della Salute Roberto Speranza a chiedere un confronto con Cgil, Cisl e Uil prima dell'approdo in cdm del testo su cui la cabina di regia governativa aveva già concordato le due modifiche: un segnale distensivo dopo le tensioni degli ultimi giorni, a partire da quelle sulla norma sui licenziamenti inserita nel decreto sostegni bis.
"Abbiamo detto che la mediazione trovata sul blocco dei licenziamenti non è sufficiente e abbiamo chiesto di poter riaprire confronto e discussione", conferma il leader Cgil Maurizio Landini. Un punto su cui il premier, pur in disaccordo, si sarebbe detto d'accordo a una nuova discussione nei prossimi giorni.
Nel frattempo il testo del decreto è stato riorganizzato per accogliere tutta la parte relativa al Pnrr, inizialmente prevista in un decreto ad hoc. Ma il tempo stringe - l'accordo con la Commissione Europea è l'ok in Cdm entro fine maggio per poter accedere al più presto alla prima tranche dei fondi - e palazzo Chigi insiste sulla volontà di procedere con una logica unitaria, dal momento che governance, semplificazioni e assunzioni nella Pa costituiscono il presupposto necessario per poter associare alla complessità del Pnrr un quadro normativo appropriato, un modello di gestione efficace e un'adeguata disponibilità di competenze. Formalizzata dunque la cabina di regia a palazzo Chigi presieduta dal premier Mario Draghi con la partecipazione via via dei ministri e dei sottosegretari interessati.
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Sarà affiancata da un 'Tavolo permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale', composto da rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, degli Enti locali e dei rispettivi organismi associativi, delle categorie produttive e sociali, del sistema dell'università e della ricerca scientifica e della società civile. A coadiuvare il lavoro una segreteria tecnica - che rimarrà in carica oltre la vita del governo, fino al 2026, e per la quale sono previste assunzioni, e una 'unità per la razionalizzazione e il miglioramento dell'efficacia della regolazione' con il compito di coordinare, individuare ostacoli e priorità, promuovere e valutare sperimentazioni normative. Il monitoraggio è invece affidato al Mef. Sono previste inoltre 350 assunzioni per 5 anni di contratto nei ministeri. L'obiettivo è seguire speditamente la timeline prefissata - anche perché eventuali deviazioni mettono a rischio i fondi - ecco perché viene prevista la possibilità per il premier di 'commissariare' gli enti che non adottano gli atti necessari o sono in ritardo.