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Cartelle esattoriali, il rinvio arriva in extremis. Ma il sollievo durerà poco

Congelata l'attività della riscossione fino alla fine di maggio. Ma questo sarà l'ultimo blocco

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Arriva in extremis il nuovo congelamento, per un altro mese, delle cartelle esattoriali. Il Consiglio dei ministri sul nuovo dl sostegni bis si terrà la settimana prossima, entro giovedì visto che venerdì il premier Mario Draghi è atteso a Porto per il Social Summit Ue, che per ora è confermato in presenza.

Al ministero dell’Economia si lavora al testo del nuovo dl, che al suo interno affronterà anche il nodo delle cartelle fiscali, che verranno congelate fino al 31 maggio - confermano fonti di governo - al pari dei fermi e dei pignoramenti. Non solo. A quanto si apprende, dovrebbe essere prevista una sorta di "gradualità" per gli invii degli atti, con tempi più dilatati per le categorie maggiormente colpite dall’emergenza. La data del 31 maggio, invece, dovrebbe essere quella definitiva.

Nei giorni scorsi c’è stato infatti un braccio di ferro interno al governo, con la Lega, in particolare, in pressing per congelare le cartelle fino al 30 giugno. Alla fine, però, sembra che l’accordo sia stato raggiunto, confermando la data del 31 maggio. Intanto nelle prossime ore o al più tardi entro domenica dovrebbe arrivare una comunicazione del Mef per anticipare ai contribuenti i termini del nuovo rinvio.

"Accogliamo con favore l’ipotesi di una proroga allo stop dell’invio delle cartelle esattoriali, che avrebbe fatto partire oltre 35 milioni di atti nei confronti di famiglie e imprese. In attesa di un decreto legge che definisca nuove scadenze e altre questioni fiscali rilevanti, vedi il versamento del primo acconto Irap prima cancellato e poi rientrato in gioco, rileviamo come l’incertezza dovuta al perdurare della pandemia necessiti un atto di coraggio da parte della macchina impositiva del Paese" commenta il presidente di Caf-Cia Agricoltori italiani, Alessandro Mastrocinque. «Le proroghe continue creano confusione nei cittadini e tra gli addetti ai lavori, che rischiano di non poter svolgere al meglio il proprio ruolo di mediatore tra il fisco e i cittadini», aggiunge.

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