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Più di 40 miliardi per le imprese colpite dal Covid. In arrivo ristori basati non solo sulle perdite

Filippo Caleri
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Il governo prepara un piano di aiuti all'economia da 40 miliardi con il quale finanzierà un nuovo round di ristori per le imprese, la sospensione delle scadenze fiscali e un pezzo del Recovery plan. Il via libera alla richiesta di extra deficit arriverà insieme al Documento di economia e finanza che aggiornerà il quadro macroeconomico: il Consiglio dei ministri, dopo un primo confronto ieri, ha rinviato a oggi la decisione sulla relazione da trasmettere alle Camere insieme al Def, anche se la riunione non è stata ancora ufficialmente convocata. Chiudere il complicato intreccio di misure e nuove stime potrebbe infatti richiedere più tempo. E da oggi il premier Mario Draghi inizierà un giro di consultazioni con i partiti per discutere il Piano nazionale di ripresa e resilienza e lo scheletro del nuovo decreto con i sostegni e la liquidità per le imprese che dovrebbe arrivare in parallelo con la decisione sulle eventuali riaperture. Venerdì non è escluso che ci sia una cabina di regia per la valutazione dei dati Covid e se ci saranno riscontri positivi si potrebbe avviare un confronto sul cronoprogramma per le riaperture già dalla prossima settimana.

 

 

Il nuovo sforamento del deficit da 40 miliardi - questa l'entità indicata ieri in Cdm dal ministro dell'Economia, Daniele Franco - sarà approvato dal le Camere giovedì 22 aprile insieme al Def, e dopo il via libera il governo dovrebbe varare, a cavallo tra la fine di aprile e i primi di maggio, il nuovo pacchetto di aiuti che destinerà circa 35 miliardi alle imprese. Non è escluso però che si possa anche salire e che la dote complessiva con nuovo deficit approvato possa arrivare a 42-43 miliardi. La liquidità servirà per il decreto per le imprese del quale il Tempo ieri ha anticipato le prime linee guida. Le idee sulla divisione delle somme sono ancora imprecise. Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti spinge perché siano prorogati gli strumenti a sostegno della liquidità a partire dal Fondo di Garanzia delle Pmi. Sempre su questo tema si punta ad allungare termine dei prestiti garantiti (da 6 a 15 anni) e a una nuova moratoria dei mutui fine alla fine del 2021. Sono interventi che rappresentano una gamba del dl imprese sul quale però pende l'esito del confronto con Bruxelles, all'interno del Temporary Framework che ha allentato, temporaneamente, le regole sugli aiuti di Stato.

 

 

La parte più grossa dei fondo andrà ai contributi a fondo perduto visto che se ci saranno le riaperture dovrebbe diminuire il peso del finanziamento della cassa integrazione. Quanto alla destinazione si ragiona su come calibrare le risorse in modo da aiutare chi ha più sofferto durante le ultime chiusure. Non sarebbe più il fatturato l'unico elemento di calcolo ma anche una sistema che consideri altri dati dei bilanci. Il governo e tutta la maggioranza pensa però che un aiuto più concreto possa arrivare dal lato dei costi fissi, indirizzando parte delle risorse «alla sospensione o all'annullamento di alcune tasse. Si sta lavorando sulla Tari, sull'Imu, sulla Tosap», ha dichiarato il sottosegretario al Mef, Claudio Durigon, che ha spiegato anche che per la quadra sulle misure si dovrà ancora attendere qualche settimana. Tra le misure allo studio dovrebbero arrivare il rinnovo del credito di imposta per gli affitti, accompagnato da misure anche per i proprietari di case che hanno perso per il blocco degli sfratti e un nuovo intervento sugli oneri di sistema presenti nelle bollette di gas, luce e acqua.

 

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