governo diviso

Decreto Sostegno, slitta ancora il Cdm con le nuove misure. E' guerra sulle cartelle fiscali

Continua a slittare il Consiglio dei ministri che deve occuparsi del Decreto Sostegno mentre sale alle stelle la tensione dentro la maggioranza sul tema del condono fiscale. Sul tavolo dell'esecutivo undici miliardi per il sostegno alle imprese, 3,3 per il rifinanziamento della cassa Covid fino a fine anno e la stessa cifra per Regioni ed enti locali, aiuti a fondo perduto per 800mila professionisti, cinque miliardi per la campagna vaccinale. 

La riunione di ieri, attesa in origine per la mattina, è slittata al pomeriggio per approfondire alcune questioni rimaste aperte al termine della lunga riunione di maggioranza tra i ministri Franco e D'Incà e i capigruppo e che saranno sciolti oggi dal governo. Sul tavolo in primis la questione dell'azzeramento delle vecchie cartelle fiscali: l'ipotesi contenuta nelle prime bozze e portata avanti finora era quella di cancellare gli importi fino a 5mila euro affidate alla Riscossione dal 2000 fino al 2015. La Lega, con Forza Italia, spinge per portare il tetto a 10mila euro, trovando però la contrarietà di Pd, Leu e Iv. Dal M5s - una parte - si punta a 'portare a casa' almeno lo stralcio fino a 5mila euro, con l'inserimento di un automatismo per eliminare d'ora in poi i crediti inesigibili che, viene fatto notare, ingolfano il magazzino rendendo più difficile la lotta all'evasione. Frenano i dem: "dobbiamo trovare il modo di intervenire senza premiare i furbetti perché sennò rischieremmo di dare il messaggio che è meglio non fare il proprio dovere", osserva Walter Verini.

  

Sul tavolo anche la scadenza del blocco dei licenziamenti, che sarà prorogato a fine giugno, e dovrebbe essere rimosso in maniera graduale fino a fine anno per chi usufruisce della cassa Covid. Mentre sul fronte welfare la ministra Elena Bonetti, supportata da tutta Iv, insiste per l'estensione anche ai lavoratori dipendenti in smartworking e agli operatori sanitari del bonus baby sitter per occuparsi dei figli piccoli che frequentano le scuole dell'infanzia e primarie.

La parte più corposa del decreto - finanziato con i 32 miliardi di scostamento di bilancio autorizzato a gennaio - è destinata agli aiuti alle imprese che hanno subito a cause delle chiusure imposte per l'emergenza Covid perdite di almeno il 30% del fatturato, senza più l'indicazione dei codici Ateco. Sono cinque le fasce di percentuali per il contributo, al 60% per le imprese fino a 100mila euro, al 50% tra 100mila e 400mila, 40% tra 400mila e 1 milione, al 30% tra uno e milioni e 20% tra 5 e 10 milione. I pagamenti dovrebbero scattare a metà aprile con una procedura accelerata garantita da una piattaforma che sarà messa in piedi da Sogei e Agenzia delle entrate e dovrà essere pronta entro fine mese. Per 800mila autonomi e professionisti iscritti agli ordini dovrebbe arrivare un bonus da tremila euro, mentre per i lavoratori stagionali è prevista un'indennità una tantum di 2.400 euro. Al settore sciistico, che ha perso la stagione, dovrebbe andare un fondo da 600 milioni. Ristori anche per il sistema fieristico, a quello del wedding (cui andrebbero 100 milioni), turismo, sport, cultura e spettacolo (un altro miliardo) e la scuola (300 milioni). Sempre sul fronte lavoro dovrebbe ammontare a 3,3 miliardi lo stanziamento previsto per la cassa integrazione con causale Covid cui le aziende potranno accedere fino alla fine del 2021 uscendo dunque dalla logica delle settimane utilizzata finora, mentre i contratti per i navigator- che scadevano a fine aprile - dovrebbero essere prorogati fino al 31 dicembre 2021.

A Regioni ed enti locali vanno altri 3,3 miliardi. Nello specifico 100 milioni a province e città metropolitane e 900 milioni ai comuni; 260 milioni vanno alle Regioni a statuto speciale; un miliardo alle Regioni, 200 milioni per il ristoro della tassa di soggiorno, 800 milioni per il Trasporto pubblico locale. "Siamo soddisfatti", dichiara il presidente Anci Antonio Decaro mentre dalla conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini e Giovanni Toti parlano di "un importante segnale di attenzione istituzionale ed una sensibilità evidente per alcuni dei temi sottolineati nelle scorse settimane a cominciare dalla necessità dei sostegni da fornire a imprese e cittadini". Cinque miliardi andranno per il potenziamento del piano vaccini e il potenziamento delle cure anti Covid. E 500 milioni sono riservati alle modifiche parlamentari: dopo le polemiche degli ultimi decreti approvati in fretta e furia - ai tempi del precedente governo, l'esecutivo Draghi ha assicurato che ci saranno tre letture 'piene' per consentire a deputati e senatori di intervenire.