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Fondi europei per lo Sviluppo e l’Innovazione: il paradosso italiano
“E’ un paradosso tutto italiano, quello della scarsa utilizzazione dei Fondi comunitari che pur costituiscono una leva strategica straordinaria per la sopravvivenza o il miglioramento dello sviluppo e delle performance delle nostre imprese”. Ad affermarlo è Giancarlo Barbarisi (nella foto), esperto consulente di finanza d’impresa, il quale sostiene che la “finanza alternativa” è una grandissima opportunità per le aziende che hanno bisogno di finanziamenti per fare crescita e sviluppo. Tuttavia, in un periodo di forte preoccupazione sociale, economica e sanitaria dovute alla pandemia, l’utilizzo dei Fondi europei per lo sviluppo e l’innovazione delle aziende sembra ancora essere una chimera per i nostri imprenditori.
“Le principali cause – prosegue Barbarisi - sono da ricercare verosimilmente in due ordini di fattori: mancata conoscenza delle disponibilità e/o ignoranza dei passaggi necessari per accedervi. Ovviamente, la portata dei finanziamenti varia da decine di migliaia di euro per avviare nuove attività fino a decine di milioni, per le imprese più grandi. Aziende come Lamborghini, De Cecco, Sky Bet e Caffè Kimbo (per citare solo le più famose) hanno realizzato i loro programmi di sviluppo proprio grazie a queste forme di finanziamento alternative”, spiega Barbarisi.
Come mai allora questo stato di cose che vede l’Italia posizionarsi agli ultimi posti per l’utilizzo di queste risorse che nel periodo 2014 – 2020 sono state di circa 75M€ con il paradosso che il solo il 30% è stato sfruttato? Scarsa informazione, incapacità di utilizzazione dei fondi da parte degli imprenditori, della Pubblica Amministrazione o della politica?
“Non è possibile dare con certezza una risposta specifica a questi interrogativi; resta il fatto che dovremo restituire alla U.E. i fondi non utilizzati, proprio in un momento nel quale ne avremmo maggiormente bisogno. Un esempio eclatante ci viene dalla Regione Lazio con il bando Pronto Cassa, attivato dal Presidente Zingaretti nel mese di aprile, in piena emergenza Covid. Esso prevedeva una dotazione iniziale che era di 50 milioni di euro, con uno stanziamento di 10.000 euro a favore delle aziende maggiormente colpite dall’emergenza. Inutile dire che i fondi in parola sono stati esauriti in pochi giorni, tanto da indurre la Giunta regionale a incrementare il Fondo con ulteriori 400 milioni di euro al fine di soddisfare la gran mole di richieste. E allora mi chiedo: se i soldi erano disponibili perché non sono stati stanziati immediatamente? C’è di mezzo una scarsa informazione, un’incapacità previsionale oppure una vera e propria volontà o incapacità politica?”.
Tutte ipotesi verosimili in quanto la stessa situazione si verifica anche nelle altre regioni e, soprattutto, anche a livello nazionale con i finanziamenti gestiti da Invitalia. “La soluzione – evidenzia il consulente - potrebbe essere ricercata nell’attivazione di campagne di comunicazione adeguate, oltre che in specifiche richieste fatte alla politica in termini di azioni più efficienti ed efficaci”.
Detto questo, ricordiamo che dal 1° gennaio è stata attivata la nuova Agenda 2021-2027 che punta ancora di più sulla ricerca, sullo sviluppo, sull’innovazione e sulla digitalizzazione. Questo nuovo programma stabilisce che gli investimenti nello sviluppo innovativo, intelligente ed inclusivo devono costituire la parte prevalente degli investimenti programmati. “Per il nostro Paese questa nuova programmazione, unitamente alle risorse del tanto discusso Recovery Plan’ è fondamentale: si tratta, forse, dell’ultimo treno disponibile per innovare e aumentare i nostri margini di competitività rispetto ai partner europei, per invertire la rotta e per avviare un nuovo percorso di crescita. Solo così sarà possibile dare all’Italia un nuovo futuro e la politica, ancora una volta, sarà chiamata a dare risposte all’altezza delle sfide che attendono il nostro Paese”, conclude Giancarlo Barbarisi.