Mancate riforme e mille liti tra partiti: ma voi dareste altri soldi all'Italia?
Ma voi, cari lettori, in questo momento, i soldi all’Italia li dareste? La domanda è necessaria, anche se un poco urticante, per sgomberare il campo dalle troppe retoriche della nostra politica. Da un lato i prendisti, che dicono: sì, prendiamoceli tutti i soldi del Mes, come se si trattasse di finanziamenti a bischero sciolto e non invece da legare ad un preciso e dettagliato piano di adeguamento della nostra sanità.
Dall’altro lato i rifiutisti: “Diciamo no a quei soldi, non ipotechiamo il futuro degli italiani”. In questo bipolarismo delle chiacchiere tra maggioranza e opposizione quello che manca da parte del Governo Conte è un piano preciso, dettagliato, delle cose da fare: per che cosa, dove, come, quando e perché? Insomma, vedere nero su bianco quali sono e quanto costerebbero gli interventi necessari e, di conseguenza, quanto denaro servirebbe dal Mes. Questo piano dettagliato non c’è.
Stesso discorso per il Recovery Fund. Prima del bonifico l’Europa, in questo momento a guida Angela Merkel (politica concreta e realista, che ci piaccia o no) per il semestre tedesco di presidenza, vuole sapere dall’Italia dove interverrà con i soldi che riceverà, quali saranno le priorità e quanto costeranno gli interventi per rilanciare il nostro Paese in crisi. E più il tempo passa senza questi due piani dettagliati e concreti, per il Mes e per il Recovery Fund, e più il gioco dei paesi frugali che frenano sui finanziamenti all’Italia si fa facile. Perché in Europa, non vedendo i piani di spesa italiani dettagliati, finiranno col pensare o che di quei soldi non ne abbiamo bisogno oppure che vogliamo fare i furbi.
Il pregiudizio è una cosa stupida, sempre, e quello verso l’Italia di alcuni paesi europei lo è. Ma è altrettanto sbagliato alimentarlo, questo pregiudizio, passando troppo tempo a chiacchierare e basta, cosa che alla nostra classe politica riesce assai bene. Non ci credete? Eccovene un altro esempio. Ieri, durante il question time, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sul taglio dell’Iva, già paventato agli Stati Generali giorni fa, ha detto: “Ci stiamo pensando, serve per fare ripartire i consumi”.
Se ci pensano ancora un po’ finiranno con andare in pensione loro senza aver tagliato l’Iva. Sempre Conte, poi, sul tema della riforma fiscale ha sottolineato: "L'obiettivo è far pagare meno tasse, ma far pagare tutti". Caspita, che ideona. La sento da quaranta anni pronunciare dalla nostra classe politica senza che abbiano mai riformato profondamente il fisco per puntare ad un calo reale e sostanzioso delle tasse. Tutto questo blaterare in Europa lo vedono ma soprattutto lo ascoltano. E siccome i soldi sono anche loro, prima di allungarceli, vorrebbero che il brusio finisse ed arrivassero i piani di spesa dettagliati dell’Italia. Dicono che la speranza sia l’ultima a morire ma, visto come vanno le cose in Italia, non è da escludere che si sia stancata pure lei.