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Accordo sul Sure, la Cassa integrazione Ue. Ma per prendere i soldi c'è tempo

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Prima dei fondi serve il regolamento e le garanzie degli Stati

Filippo Caleri
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Il governo italiano esulta: da essere solo un'idea oggi il Sure c'è. La linea di credito europea, che potrà erogare prestiti fino a 100 miliardi di euro per supportare i lavoratori che perdono il lavoro, ha fatto oggi un altro passo in avanti. Soldi, soldi, soldi. Magari arrivassero visto che ora l'unica ricetta giusta per salvare le economie è la loro velocità di ingresso nei portafogli di imprese e famiglie. Ma, come al solito, i tempi della burocrazia europea non hanno i piedi di Achille (forse solo il tallone). Oggi, infatti, nonostante il tweet entusiastico dell'eurocommissario per l'economia, Paolo Gentiloni: "Via libera definitivo stamattina a Sure», gli ambasciatori presso l'Ue hanno raggiunto solo un accordo politico. Dunque di risorse ancora poche. Il Sure sarà in grado di fornire agli Stati membri fino a 100 miliardi di euro di prestiti a condizioni favorevoli. Fa parte delle tre reti di sicurezza - del valore di 540 miliardi di euro  - per l'occupazione e i lavoratori, le imprese e gli Stati membri, approvata dall'Eurogruppo il 9 aprile 2020. I leader dell'Ue hanno approvato l'accordo il 23 aprile e hanno chiesto che il pacchetto sia operativo entro il primo giugno 2020. Dunque si è già abbondantemente quasi a un mese dalla prima decisione e ancora c'è solo un'intesa. Non solo.  Il regolamento dovrà ora essere adottato formalmente dal Consiglio con procedura scritta e l'adozione è prevista per il 19 maggio. Solo da quel momento la Commissione raccoglierà fondi sui mercati internazionali dei capitali per conto dell'Ue. Dunque considerati i tempi tecnici i soldi potrebbero arrivare presto. E invece no. Perché i prestiti concessi a titolo di Sure saranno sostenuti dal bilancio dell'UE e da garanzie fornite dagli Stati membri in funzione della loro quota nel Pil dell'Unione. L'importo totale delle garanzie sarà di 25 miliardi di euro. Ma il Sure diventerà disponibile dopo che tutti gli Stati membri avranno fornito le loro garanzie, dunque non subito, anche se sarà in seguito operativo fino al 31 dicembre 2022. Insomma se non è chiaro quando sarà possibile vedere in cassa i soldi la certezza è che fino al 2022 si potranno prendere. Ultima notazione. Ci sono  100 miliardi in ballo. Ma i paesi Ue sono 27. Dunque con la media, anche del pollo di Trilussa, si arriva al massimo a 3,7 miliardi a Paese. 

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