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Patuanelli: Tre miliardi pubblici per far ridecollare Alitalia

Ripartenza con rotte a lungo raggio e più cargo

Filippo Caleri
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Ennesimo tentativo per rilanciare Alitalia. Dopo l'ultimo (fallito) per affidare il vettore italiano a una cordata mista pubblica-privata ora è nuovamente il turno dello Stato. Ma il conto a carico della collettività sarà salato. Almeno tre miliardi euro per ripartire. I piani del governo sul dossier sono chiari ed esposti stamane dal ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, nel corso di un'interrogazione a risposta immediata al Senato. «L'intenzione del governo non è l'ennesimo tentativo di salvataggio la il rilancio della compagnia di bandiera - ha detto Patuanelli -. A oggi l'ipotesi di cessione è stata sospesa e l'ipotesi di costituzione di una newco a capitale pubblico procede. Il commissario straordinario sta individuando il perimetro aziendale preciso di trasferimento di affitto di ramo di azienda. Il capitale iniziale della newco non potrà essere meno di 3 miliardi. I livelli occupazionali saranno tutelati al massimo». Tanti soldi, grandi progetti e si spera anche meno fallimenti come quelli del passato. Sì perché la nuova società "punterà fortemente sul lungo raggio" anche "con nuove alleanze transatlantiche" e "ritengo che il lungo raggio sia uno dei grandi asset su cui investire così come c'è una riflessione in corso sul potenziamento della flotta cargo perché quel settore abbiamo capito quanto importante sia". La crisi Covid-19 insomma secondo il governo può rivelarsi una carta vincente del rilancio. "La flotta dovrà essere pronta a reperire sul mercato nuovi aeromobili visto che questo momento può essere favorevole per gli investimenti. Alitalia partiva sempre svantaggiata per situazione pregressa, oggi nella disgrazia che stiamo vivendo c'è una pari competitività con le altre compagnie".  In attesa per ora sono solo costi. Ieri dopo settimane di trattative al Ministero del Lavoro, è stata siglata con i sindacati la Cassa integrazione straordinaria, prevista fino al prossimo 31 ottobre.  

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