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Non fateci morire di lockdown. Ecco le dieci richieste delle Saracinesche al governo

Davide Di Santo
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Lo Stato paghi gli affitti delle attività e prolunghi la cassa integrazione dei dipendenti per tutta la durata della chiusura. E cancelli le tasse dovute per l'anno corrente a partire dal blocco del Paese. Sono alcune delle richieste del MOSA - Movimento delle Saracinesche che unisce tante attività commerciali in ginocchio per il lockdown deciso in seguito all'emergenza coronavirus. Il comitato ha scritto una lettera aperta indirizzata al presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, ai ministri del Governo, membri della maggioranza parlamentare e dell'opposizione; responsabili dell'informazione e della comunicazione televisiva e scritta.  "Ci rivolgiamo a Voi con la voce di milioni di cittadini italiani che da questa crisi sono stati colpiti per primi e che non vedono un futuro. Abbiamo sempre vissuto del nostro lavoro, senza mai chiedere un centesimo allo Stato, al quale al contrario abbiamo versato regolarmente parte dei frutti delle nostre fatiche, come è giusto poiché siamo un'unica comunità, una Patria sola. Adesso Vi chiediamo ufficialmente di ascoltare le nostre richieste", si legge nel documento. Leggi anche: Roma, in catene da sei giorni alla Balduina. Monta la protesta contro Conte "Noi possiamo vivere solo in un Paese aperto. In queste condizioni drammatiche moriremo. Ci vengono prospettate soluzioni inaccettabili: aperture fittizie che annichiliranno i nostri commerci; ci viene di fatto imposto di indebitarci per pagare i debiti che derivano e continueranno a derivare da questa situazione - non imputabile a noi e inconciliabile col normale rischio d'impresa -, ben sapendo che un debito ha senso solo a fronte della capacità di rimborsarlo. Che non avremo. Siamo senza entrate da quasi due mesi, con prospettive terribili per lunghissimo tempo. Chi tra noi sta tenendo aperta la propria attività, secondo la legge, non ha quasi più clienti. Sappiamo cosa ci aspetta, e lo rifiutiamo". "Noi chiediamo innanzi tutto il rispetto della nostra Costituzione, che all'articolo 1 definisce l'Italia una Repubblica democratica fondata proprio su quel Lavoro che ci è stato tolto e che ci vogliono tra poco consentire in condizioni impossibili; che di nuovo con gli articoli 4, 35 tutela il Lavoro come principio irrinunciabile e fondante della nostra Comunità, e promuove le condizioni che lo rendano effettivo e concreto. Vogliamo poter continuare a vivere, e a farlo senza rischi per la nostra salute (articolo 32) e con quella la dignità sociale che la Costituzione sancisce uguale per tutti all'articolo 3", scrivono i commercianti ed esercenti del MOSA. Ecco l'elenco delle richieste per non morire di lockdown. "NOI CHIEDIAMO: 1) l' assunzione da parte dello stato dell'obbligo di pagamento delle nostre locazioni commerciali (secondo quanto consentito dall'art 1180 codice civile) per tutto il periodo di chiusura; 2) la cancellazione delle tasse dovute per l'anno corrente a partire dal blocco del Paese; 3) il prolungamento della cassa integrazione dei nostri dipendenti per tutta la durata della chiusura, affinché possiamo riaprire le attività solo in condizioni reali di normalità; 4)l'eliminazione degli oneri contributivi in busta paga per un periodo di sei mesi dalla riapertura, con affiancamento dello Stato, progressivamente a scalare, nel pagamento degli stipendi netti; 5) l'annullamento delle commissioni bancarie per i pos; 6) il blocco delle licenze commerciali, tornando a un regime giuridico di tutela che salvaguardi il valore delle nostre attività; 7) lo snellimento della burocrazia, cahe grava di adempimenti ed oneri insostenibili i piccoli e micro imprenditori; la difesa reale del made in Italy 9) la riduzione dei costi fissi imputati nelle bollette; e soprattutto 10) l'accredito di una cifra mensile congrua, a fondo perduto, sul conto corrente di ogni cittadino maggiorenne da parte della Banca Centrale Europea, per tutta la durata delle chiusure, a decorrere dal primo giorno di blocco del Paese, affinché chi non ha reddito possa avere il giusto sostentamento, e chi invece continuasse a mantenere uno stipendio possa con questi soldi ricevere un formidabile impulso a spenderli nel nostro tessuto commerciale". "Le nostre richieste riguardano tutti i cittadini italiani, perché la crisi è gravissima, epocale e generale. Se non cambieremo i paradigmi culturali e socio economici con cui affrontarla, nessuno ne verrà fuori. Non possiamo rispondere a questa tragica sfida con i vecchi strumenti concettuali del debito, non solo inadeguati ma del tutto controproducenti, perché ci affosserebbero per sempre, facendo di noi le prime tessere cadute di un dómino globale destinato a crollare a breve inesorabilmente. Risolleviamoci tutti insieme, prima che sia troppo tardi!", conclude il MOSA - MOvimento delle SAracinesche in un disperato grido di aiuto. 

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