la confessione del governo
Def, perdono il posto più di 500 mila italiani
L'unica cosa certa scritta nel Def approvato ieri dal consiglio dei ministri guidato da Giuseppe Conte è che il governo non ha la più pallida idea di cosa capiterà all'economia italiana in conseguenza dei suoi provvedimenti. Ma di sicuro ci saranno nella più rosea delle ipotesi più di 500 mila italiani che si troveranno senza lavoro nonostante le promesse contrarie fatte. Con una certa onestà il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri spiega nel lungo documento inviato alla Ue di doversi limitare ad aggiornare mensilmente le previsioni economiche, perché nulla è prevedibile. Sì, ad ora sulla base di primi dati sommari della prima quindicina di marzo, un'idea del disastro 2020 c'è, e qualche cifra per forza di cose è stata messa (una caduta del pil di poco superiore all'8%). Ma non è così significativa, perché il governo teme una recrudescenza del virus dovuta proprio alla riapertura di alcune attività a partire dal mese di maggio, e quindi potrebbe essere costretto a richiudere tutto e ricostringere gli italiani alla clausura. Stessa identica incertezza sull'autunno: il virus potrebbe ripresentarsi e di nuovo lockdown dell'Italia fino a Natale e Capodanno. In questo caso la caduta del Pil sarebbe fra il 10 e l'11% nell'anno in corso e il tasso di disoccupazione già previsto in crescita all'11,6% potrebbe peggiorare ulteriormente. In ogni caso rispetto alla disoccupazione del 9,8% di febbraio. Ma già così con le previsioni di base il governo pensa che almeno mezzo milione di italiani perderanno il lavoro a causa di quel che è accaduto fin qui. Una cosa ben diversa da quanto promesso dal premier quando chiuse l'Italia: “nessuno perderà il lavoro”. Se il virus però dovesse rialzare la testa, saranno in molti di più a restare senza nulla. Quasi tutte le ipotesi del governo sono molto ottimistiche e perfino un po' distorte quando si citano i provvedimenti di aiuto che offriranno le istituzioni europee. In un caso il Def afferma perfino una cosa non vera: e cioé che il Recovery Fund ammonterà a 500 miliardi di euro (comunque pochini) messi insieme con nuove obbligazioni continentali. Detta così sembrano coronabond o eurobond, che però sono stati chiaramente respinti dagli altri paesi sia nell'Eurogruppo del 9 aprile che giovedì nel consiglio europeo dei Capi di Stato. Oggi sul tavolo c'è solo l'ipotesi di alimentare quel fondo per i prestiti della ricostruzione delle economie dei vari paesi con un aumento delle risorse proprie del bilancio dell'Unione pari al 2 per cento del reddito nazionale lordo degli stati membri, e di farlo forse per un periodo di 4 anni. L'Olanda insiste invece per alimentare quel fondo solo con “donazioni” dei paesi che se la cavano meglio e che possono offrire solidarietà (relativa: è un prestito da restituire). In un passaggio del Def non si cita nemmeno il Mes, che è invece è la sola certezza esistente nel 2020, ma poi in un altro capitolo inevitabilmente lo si deve spiegare. Ci sono altre certezze poco comprensibili in quel documento: pur non sapendo da che parte voltare la testa per trovare i soldi da spendere ora, il governo si impegna a neutralizzare nel 2021 tutti gli aumenti Iva, e usa 3 miliardi quest'anno e 5 l'anno prossimo per ridurre il cuneo fiscale su una platea di lavoratori che manco sa se manterrà il posto. Non una parola sulle risorse già a bilancio per pagare quota 100 che a questo punto sembra davvero secondaria rispetto ad altre urgenze. Insomma non si sa quanti soldi si dovranno spendere, non c'è la minima idea di dove andarli a prendere, ma si spendono per altro soldi di cui non è comprensibile né l'urgenza né l'utilità. Anche l'idea di emettere nuovi titoli di Stato per finanziare l'aiuto straordinario all'economia è molto ridotta nelle varie tabelle. Perché si spiega senza mezzi termini che la ricchezza nazionale sarà ridotta di 126 miliardi nella migliore delle ipotesi per colpa del virus, e solo per questo motivo il rapporto fra debito pubblico e Pil salirà automaticamente sopra il 151%. L'ipotesi finale è quello di un debito al 155,7% del pil, e quindi quello che si cercherà extra sul mercato ammonta a cifre che coprono assai meno delle necessità. Siccome i soldi da qualche parte bisogna pure trovarli e sul mercato in questo 2020 esisterà solo il prestito concedibile dal Mes, la risposta evidentemente si trova lì...