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Emergenza coronavirus, prestito di guerra a famiglie e imprese

La proposta di Villarosa (M5S) condivisa tra maggioranza e governo: 10mila euro cash in banca, senza interessi e da restituire in 30 anni

Filippo Caleri
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La cosa urgente oggi è mettere soldi subito in tasca a persone e aziende messe in ginocchio dal Coronavirus. «Per questo serve un prestito, erogato a semplice richiesta in banca, a lavoratori e imprenditori, per far fronte agli impegni come il pagamento delle bollette, affitti e fornitori» spiega a Il Tempo, il sottosegretario del ministero dell'Economia, Alessio Villarosa (M5s) che aggiunge che «sul fido non ci saranno interessi da pagare, avrà durata fino a 30 anni, sarà erogato senza valutazione del merito di credito con una semplice autocertificazione». Se non fosse per l'emergenza sembrerebbe uno scherzo. «Non lo è. Il momento è grave non possiamo attendere altro tempo perché molta gente sta entrando in una fase di enorme difficoltà. Dobbiamo erogare prestiti come se ci trovassimo sotto un evento bellico». Ci spiega cosa è questo fido? «Si chiama Ausilio plus-Prestito condiviso ed è un'anticipazione di liquidità immediata con un rimborso fino a 30 anni. Si ottiene in banca con un'autocertificazione motivata che attesta lo stato di difficoltà. Non c'è valutazione del merito creditizio. E la somma erogata potrà essere poi scontata da quello che lo Stato erogherà successivamente al beneficiario sotto forma di ristoro».  Può fare qualche esempio? «Se una famiglia chiede mille euro pagherà 2 euro e 70 centesimi al mese per 30 anni. Per 10 mila euro 27,6 euro con la stessa durata.  E i requisiti? «L'importo massimo è 10 mila euro e l'unico paletto da rispettare è che il nucleo familiare abbia un indice Isee inferiore a 75 mila euro. Poi si inizia a restituire da marzo 2021, si può cambiare rata e durata, sospendere i rimborsi, e compensare l'ammontare con i crediti nei confronti dello Stato». Vale anche per le imprese? «Sì. Stanno soffrendo la crisi di liquidità. Con il prestito condiviso potranno ottenere fino a 250 mila euro a seconda del fatturato».  Un esempio? «Chiedendo 100 mila euro, un imprenditore pagherò 277 euro al mese per 30 anni. In più potrà dedurre fino al 30% dell'importo delle rate dall'imponibile. Ma dove si potrà chiedere? «Verrà predisposta una procedura telematica ad hoc e, per velocizzare, il modello di domanda sarà allegato al decreto legge che lo istituisce. L'istanza va presentata entro dicembre alla banca del Mezzogiorno-Mediocredito centrale che, previo accordo, potrà avvalersi delle filiali delle Poste».  A spanne serviranno centinaia di miliardi dove li trovate? «Serve iniettare liquidità nel Mediocredito centrale e usare l'effetto leva finanziario per attivare prestiti per un ammontare complessivo compreso tra 220 e 370 miliardi. Nel primo caso servono 15,5 miliardi, nel secondo 26. Si possono reperire risorse nel bilancio e poi usare il deficit».  Che chance ha la proposta di diventare realtà? «È stata già condivisa tra maggioranza e governo. Il ministro Gualtieri la sta valutando. Se facciamo un decreto oggi, domani va in Gazzetta e da mercoledì si può andare in banca»

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