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Il presidente dell'Inps: pensioni fino a maggio

Tridico sbotta poi spiega: "Con i contributi sospesi non c'è liquidità"

Filippo Caleri
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A qualche milione di pensionati è corso un brivido nella schiena martedì sera quando il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico ha, forse per uno scivolone comunicativo indotto dalla franchezza, fatto balenare per un istante la possibilità che a causa del Coronavirus non ci fossero sufficienti risorse per pagare gli assegni a chi è a riposo. Le sue parole sono state di una chiarezza estrema: «Fino a maggio non c'è problema di liquidità, poi ad aprile immagino che ci sarà un altro decreto, che prorogherà le misure e si capirà cosa succederà alle sospensioni contributive» ha detto Tridico, ospite di Dimartedì. Ora, trattandosi del numero uno dell'istituto che le pensioni le paga, una dichiarazione di questa portata, non poteva non avere conseguenze sulle coronarie dei pensionati, alcuni dei quali sintonizzati in diretta, avranno immediatamente cercato mentalmemte il posto in cantina dove era stato riposto il forcone. Pronto a essere usato. Già le parole usate erano troppo pesanti per non essere corrette nella mattinata di ieri. Il presidente Tridico ha così corretto il tiro: «La sospensione dei pagamenti dei contributi per le aziende bloccate dall'emergenza coronavirus non comporterà un rischio per il pagamento delle pensioni». Tutto risolto, o quasi. A ben vedere il pensiero del numero uno della previdenza pubblica, seppur espresso candidamente, è figlio di una allarmante verità. Il governo, che non ha mancato di decretare su tutto negli ultimi giorni, non ha ancora messo un euro sulle misure adottate con il Cura Italia. L'emissione del debito aggiuntivo fino a 25 miliardi non è ancora partita, anche perché lo spread resta elevato e dunque costosa, e probabilmente il Tesoro aspetta le conclusioni delle negoziazioni sui corona bond che assicurerebbero risorse fresche a tutti i paesi Ue coinvolti dall'epidemia a costi minimi perché garantiti da tutta l'Unione europea. Il risultato è che l'esecutivo ha messo sulle spalle dell'Istituto di via Ciro il Grande, non solo il regolare pagamento delle pensioni ma anche le poste straordinarie per finanziare il Cura Italia. Un peso insostenibile soprattutto se si tiene conto dello stop ai contributi previdenziali che ha azzerato il flusso di cassa Inps. Dunque l'allarme di Tridico è più rivolto a via XX settembre, invitato a foraggiare con risorse fresche il fondo di Tesoreria, il grande conto corrente che racchiude la liquidità dello Stato. Che se non sarò rimpinguato adeguatamente, consentirà all'Inps un tiraggio sufficiente solo per le pensioni di aprile pagate a maggio. Insomma l'appello è rivolto al ministro Gualtieri per reperire il cash, presto e comunque. Da oggi inizia il pagamento delle pensioni di marzo. Anticipato per evitare code negli uffici postali. Quella oggi c'è

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