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Pensioni, idea Inps per uscire prima: ma solo col contributivo

L'Inps ci prova con le pensioni veloci: "Ma usando il calcolo contributivo"

Filippo Caleri
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Pensioni di nuovo al centro del dibattito politico. Ieri è arrivata la proposta del presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, che ha aperto alla possibilità di un pensionamento anticipato rispetto ai 67 anni previsti dalla legge ma solo se la pensione sarà sottoposta ad un ricalcolo contributivo. Dunque più leggeri perché i versamenti con il regime retributivo, e cioè fino al 1995, hanno un peso maggiore nella determinazione della rendita. Una proposta contro la quale sono insorti Cgil, Cisl e Uil che l'hanno rispedita al mittente. E che è stata bocciata duramente anche dall'ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che l'ha giudicata «poco opportuna e politicamente poco fattibile». Anche il rischio secondo l'ex ministra è di «di creare nuovi poveri».  Tridico ha spiegato che «la flessibilità rispetto ai 67 anni va garantita, soprattutto se ragioniamo in termini di logica contributiva. Si fissa una linea di età per l'uscita, poi il lavoratore deve essere libero di scegliere quando andare in pensione. Ovviamente con ricalcolo contributivo, come avverrà per tutti dal 2036. È poi necessario prevedere pensioni di garanzia per i giovani, coprendo i vuoti contributivi dovuti al lavoro precario». Un'ipotesi che ha scatenato la Cisl. «Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di scambio tra flessibilità in uscita e calcolo integralmente contributivo della pensione perché sarebbe penalizzante». E un altolà è arrivato anche da Uil e Cgil.

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