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Sì o no alla tassa sui soldi fermi in banca?

Tenere i soldi depositati in banca, senza avere interessi da incassare, è ormai una realtà a cui i risparmiatori italiani sono abituati. I costi del conto corrente, pure quelli sono una spesa fissa che le famiglie italiane sopportano. Ma i tassi negativi, quelli no. Di che si tratta? Di tenere depositati i soldi in banca e far pagare un tasso ai risparmiatori per questo. Eppure in Europa e nell'Italia che ha intrapreso la guerra al contante - con la conseguenza che senza un conto in banca non si potrà fare praticamente nulla (ma già oggi è così) - è arrivata pure la proposta dei tassi negativi sui depositi. Jean Pierre Mustier, in qualità di neo presidente dell'Ebf (European Banking Federation), l'Abi delle banche europee, ha infatti proposto di trasferire i costi dei tassi negativi ai clienti. La motivazione? Per assicurare “la massima efficienza” alla politica monetaria della Banca centrale europea “sarebbe estremamente importante - secondo Mustier - che i tassi negativi non si fermassero nei bilanci bancari.  Sarebbe importante che la Bce dicesse alle banche, per favore passate i tassi negativi ai vostri clienti, proteggendo naturalmente i piccoli clienti con depositi inferiori ai 100 mila euro”. Così oltre al costo delle vita, al costo delle tasse, al costo del denaro, alle spese per i conti corrente, i cittadini si ritroverebbero pure con i tassi da pagare per aver depositato i propri soldi in banca. E voi, cari lettori, come la pensate? Siete d'accordo che le banche facciano pagare ai risparmiatori un tasso d'interesse sui loro soldi in banca, per depositi sopra i 100mila euro? Dite la vostra rispondendo al nostro sondaggio (che è gratis!).

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