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I tecnici dell'Ue "condannano" l'Italia

Il presidente della Commissione Ue: "L'Italia rischia di restare nella procedura di infrazione per anni"

Silvia Sfregola
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L'iter che può portare l'Unione europea ad aprire una procedura per violazione della regola del debito contro l'Italia procede spedito: i tecnici dei ministeri del Tesoro dei 28 governi riuniti nel Comitato economico e finanziario, hanno approvato la raccomandazione della Commissione europea che definisce "giustificata" l'apertura di una procedura per deficit eccessivo nei confronti del nostro paese. La palla torna adesso di nuovo alla Commissione, che nella riunione del collegio del 26 giugno o del 2 luglio (in concomitanza con il primo giorno di legislatura del nuovo parlamento) può raccomandare la procedura e fissare il target e i tempi per la riduzione del debito italiano. L'ultima tappa, quella decisiva, è il 9 luglio, quando la riunione dell'Ecofin potrebbe mettere ufficialmente il bollo definitivo a un percorso di rientro che rischia di ingabbiare i conti pubblici italiani per anni. In mezzo però, ci sono diversi passaggi politici che possono far cambiare idea a Bruxelles: a cominciare dall'Eurogruppo di dopodomani a Lussemburgo, quando Giovanni Tria incontrerà i 18 colleghi dell'area euro, passando per il vertice dei capi di Stato e di governo del 20 e 21 giugno, che avrà sul tavolo il dossier nomine ma che può essere l'occasione per il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di difendere la causa del governo. La Commissione intanto, in attesa di capire che tipo di messaggio arriverà da Roma e se prevarrà la linea dialogante di Tria e Conte o quella barricadera di Matteo Salvini e Luigi Di Maio, continua a sollecitare risposte e azioni concrete. In caso contrario, avverte Jean Claude Juncker, l'Italia corre "il rischio di rimanere intrappolata in una procedura per deficit eccessivo per molti anni". "Vorrei evitarlo, ma questo dipenderà dagli impegni che il governo italiano prenderà", aggiunge Juncker precisando che l'Italia "non è ancora" una minaccia alla stabilità finanziaria della zona euro, ma "è un problema serio". "Non voglio umiliare in dichiarazioni pubbliche la Repubblica italiana perché ho il più grande rispetto per l'Italia - aggiunge - ma riteniamo che l'Italia si stia muovendo in una direzione sbagliata". E a Di Maio, che sfida Bruxelles e dice che la Commissione non andrà fino in fondo sulla procedura chiede di agire per evitarla. "Si comporti in modo da avere ragione", è la risposta di Juncker. Alcune fonti Ue riferiscono che nel parere sull'Italia adottato da Comitato Economico e Finanziario non è contenuto nessun invito al dialogo tra il governo e la Commissione, al contrario di quanto avvene l'autunno scorso, all'epoca della trattativa tra Bruxelles e il governo giallo-verde sulla manovra. A novembre, quando gli sherpa dell'Ecofin si erano trovati di fronte a una situazione analoga sulla procedura contro l'Italia, il testo adottato dal Comitato Economico e Finanziario conteneva un riferimento agli "ulteriori elementi (che) potrebbero emergere dal dialogo in corso tra la Commissione e le autorità italiane". Quel passaggio era stato considerato come un invio a proseguire la trattativa tra Commissione e governo per arrivare a un compromesso e evitare la procedura. Altre fonti fanno sapere invece che il passaggio sull'invito al dialogo è presente. Comunque sia la palla adesso è a Roma, che in tempi stretti dovrà decidere se cercare un'intesa con Bruxelles o marciare verso una procedura che salvo azioni concrete da parte del governo, appare scontata.

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