in bilico
Tria vuole cancellare il bonus di 80 euro
Il miliardo «avanzato» dal reddito di cittadinanza «non sappiamo cosa sia» perché «se si spenderà meno di quanto preventivato per alcune misure prese con la legge di bilancio si saprà a fine anno e non adesso». Così Giovanni Tria, ministro dell’Economia e delle Finanze, spiega ad Agorà, su Rai Tre, i fondi previsti per i provvedimenti a favore della famiglia per il momento non ci sono, o perlomeno non ve ne è alcuna certezza: le risorse, dice all’indomani del doppio consiglio dei ministri dedicato al decreto famiglia e al sicurezza-bis «per adesso non sono state individuate». Parole destinate a scuotere maggioranza e opposizione, ma che non sono le uniche. Tria attacca anche il bonus introdotto nella scorsa legislatura da Matteo Renzi: «In una riforma fiscale gli 80 euro ovviamente vengono riassorbiti anche perché tecnicamente è stata una decisione sbagliata. E questo è noto. Anche il governo precedente tentava di cambiarla, poi non è riuscito». Riguardo alla discussione in atto nel governo sullo sforamento del decifit, secondo Tria «la questione non il 3%. Il problema è di essere in condizione di creare un clima di fiducia intorno ai programmi economici dell’Italia e convincere coloro che prestano denaro all’Italia per finanziare il nostro deficit a farlo ad un tasso di interesse che non sia troppo alto. Questa è la vera questione». Tria dice la sua anche sulla spinosa questione del possibile aumento dell’Iva: «Secondo me è meglio avere più imposte indirette, in altri termini più IVA, e meno IRPEF. Ma questo non ha niente a che vedere con l’ammontare complessivo delle tasse». Due parole anche sulla flat tax su cui insiste la Lega: «La flat tax si può fare facendo delle scelte conseguenti dal lato della spesa per fare la flat tax. Poi la flat tax di per se è un termine molto generico. Bisogna vedere come è disegnata la flat tax. Quale è il percorso che verrà seguito per fare questa riforma fiscale».